Il WWF pubblica un sondaggio con EMG Different: meno di un terzo degli italiani sono a conoscenza della riforma del 2022.
Sono già passati due anni dall’approvazione della riforma costituzionale dell’11 febbraio 2022, che ha inserito nella nostra Carta la tutela dell’ambiente e della natura. Fu praticamente un voto unanime del Parlamento (anche se in diversi passaggi il gruppo di Fratelli d’Italia si astenne) quello che riformò gli artt. 9 e 41 della Costituzione. Un cambiamento sacrosanto, che però ha trovato poco spazio nel mondo dell’informazione, e che solo in parte ha toccato l’interesse e l’attenzione degli italiani. Anche se, come dimostra un sondaggio commissionato dal WWF Italia a EMG Different, tutto sommato non è poi così scarsa la fetta di concittadini che dichiara di essere a conoscenza di questa riforma: il 28 per cento.
È stata una riforma importante, che ha confermato un orientamento già delineato dalla Corte costituzionale e che ha reso la nostra Costituzione più attuale e in linea con le più recenti leggi fondamentali di altri Paesi. Nell’art. 9 è stata inserita infatti tra i principi fondamentali della Costituzione la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni, richiamando la necessità di proteggere gli animali attraverso le leggi dello Stato. Nell’art. 41, invece, è stato sancito il principio che l’iniziativa economica privata, pur essendo libera, non può svolgersi in modo da recare danno all’ambiente, e che l’attività economica, sia pubblica che privata, deve essere indirizzata e coordinata anche ai fini ambientali.
Ma quanto ne sanno i cittadini italiani di questa riforma? Secondo il sondaggio – 800 interviste online a un campione rappresentativo della popolazione – solo il 28% dichiara di sapere che è stata approvata una riforma costituzionale che ha inserito nella nostra Costituzione la tutela dell’ambiente; un anno fa la percentuale era addirittura limitata al 14%. Il dato inoltre sale al 33% tra coloro che hanno un’istruzione superiore. Uguale percentuale, 28% del campione, dichiara di essere a conoscenza che la riforma sulla tutela dell’ambiente è stata fatta anche nell’interesse delle future generazioni. In generale però è molto ampio l’apprezzamento degli italiani sull’ingresso dell’ambiente in Costituzione: il 72% degli intervistati lo giudica molto positivamente o positivamente e solo il 6% lo ritiene negativo o molto negativo, mentre il 22% non risponde. Ancora più alta la percentuale degli italiani che sono d’accordo sul fatto che l’iniziativa economica non debba recare danno all’ambiente e alla salute: lo dichiara l’88% degli intervistati (42% molto d’accordo e 46% abbastanza d’accordo) che diventa, significativamente, il 94% nel Nord Est, dove si trovano le aree più industrializzate del Paese. L’84% del campione dichiara di essere molto/abbastanza d’accordo sul fatto che la tutela del patrimonio ambientale del nostro Paese sia garantita dallo Stato, confermando così indirettamente che la tutela degli ecosistemi debba essere omogenea su tutto il nostro territorio e non frammentata secondo il disegno dell’autonomia differenziata.
Insomma: c’è ancora molto da lavorare per informare, che è un compito che non spetta soltanto ai media, ma anche alle associazioni ambientaliste, alle istituzioni, al mondo della cultura, dell’università e della ricerca; e soprattutto per attuare in concreto i dettami costituzionali, che come ben sappiamo molto spesso restano sulla carta (di nome e di fatto). Anche per questa ragione il WWF Italia ha organizzato per lunedì 26 febbraio mattina il convegno “Tutela dell’ambiente e future generazioni. Analisi e prospettive a due anni dall’entrata in vigore della modifica costituzionale”: si terrà presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica, e sarà aperto da una lectio magistralis del Vicepresidente della Corte costituzionale Giulio Prosperetti. La tavola rotonda che seguirà vedrà la partecipazione di giuristi, economisti, rappresentanti accademici e operatori del diritto.