NON USARE

L’aria che tira nei giornali. E al Sisi ruba spazio persino al nuovo zar

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Ma sì che oggi sulle prime pagine campeggia la foto, sorridente e compiaciuta, del leader egiziano che ha appena intascato da Meloni e Van der Leyen un assegno da 7,4 miliardi di euro, manna caduta dal cielo su un paese, il più popoloso del Medio Oriente, che oggi versa davvero in cattive acque.
E perché tanta grazia? Primo, perché l’Egitto resta per l’Europa un paese molto “affidabile” e, secondo, perché è proprio dai suoi confini che passano le frotte di migranti provenienti dal Sudan e dal Sud Sudan che vorrebbero poi approdare alle coste europee.
E difatti nel progetto di partnership firmato ieri, che il Corriere della Sera debitamente illustra in tutti i suoi dettagli, non si parla solo della necessità di fornire ad al Sisi un adeguato supporto alla economia e al consolidamento di infrastrutture che stanno andando in pezzi, ma anche di un rafforzamento dei confini che consenta un più adeguato “controllo” del fiume di migranti “irregolari” anche se non si capisce bene cosa li possa distinguere da quelli invece regolari. Forse un passaporto o una più o meno motivata richiesta d’asilo tutta da verificare da appositi consulenti insediati alla frontiera?
Con il lecito dubbio, giustamente sottolineato da La Stampa e da altri giornali, che non si sa bene quali criteri di regolarità o irregolarità potrebbe usare un paese che – vedi caso Regeni – da tempo non pare tener in nessun conto i cosiddetti “diritti umani”.

Per poi tornare invece ai titoli dedicati al nuovo Zar che con il voto plebiscitario di domenica potrà dettar legge in Russia almeno fino al 2030. E tutti nei giornali a chiedersi se il personaggio voglia o no fare davvero la guerra.
Forse c’è una persona che più e meglio di dieci generali della Nato potrebbe aiutarci a capire i suoi veri progetti. E questa persona è Angela Merkel, l’ex cancelliere tedesco che, da quando ha lasciato il suo incarico, non ha più voluto aprire bocca. E’ difatti lei ad aver avuto fin dai temi della guerra fredda un costante rapporto con Putin iniziato a Berlino quando l’attuale zar era uno sconosciuto agente della Stasi e del KgB. Per poi averlo frequentato anche quando lei era cancelliere.
E se Scholz le facesse almeno una telefonata?