Smart e capace di attivare. La radio celebra il suo appeal pubblicitario

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Con un occhio ai 100 anni di storia, la radio ha ricordato la sua forza pubblicitaria riassumendolo in 10 punti. E una ricerca del Politecnico ne ha svelato le ulteriori potenzialità, soprattutto in macchina

Al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano è andato in scena RadioPlus+ Next100. Organizzato da FCP in collaborazione con Assoradio, l’evento – evoluzione del format Radiocompass – è un punto di riferimento per il settore ed è stata occasione sia per celebrare il secolo di storia del mezzo, sia per fare una valutazione del suo ruolo nell’adv e nella comunicazione.
Massimo Martellini, presidente FCP, e Monica Gallerini, presidente FCP-Assoradio, hanno fatto gli onori di casa in una serata che ha visto anche la premiazione dei migliori spot radiofonici andati in onda nell’ultimo anno – con la vittoria di A2A, seguito da Pasta Garofalo e Mercedes.

I numeri della radio

Il bilancio, visti i numeri, non può che essere positivo. Stando all’elaborazioni GroupM su dati TER, Auditel e Audicom, nel primo semsestre 2024, sono stati più di 35 milioni gli ascoltatori nel giorno medio, con un tempo di ascolto medio quotidiano che sfiora le 3 ore e mezza.
Da rilevare è la varietà di modi usati per ascoltarla. Accanto all’autoradio, che si conferma il principale veicolo di fruizione, in 5 anni è cresciuto di quasi un’ora (57 minuti) il tempo speso su altri device, tra smartphone, pc, smartspeaker o tv.

Da notare è la possibilità di coinvolgere il pubblico con eventi live, con numeri complessivi che eguagliano grandi manifestazioni come le olimpiadi.

E anche i dati per la pubblicità sono importanti, con un rendimento di molto superiore rispetto alla quota di investimento destinata dagli spender.

Decalogo radio

Riassumendo i temi trattati, Roberto Binaghi, ceo e chairman Mindshare Italia, e Federica Setti, chief research officer GroupM Italia, hanno raccolto in un ‘Decalogo’ il potenziale della radio nello scenario contemporaneo.

La radio è un mezzo ecumenico, imprescindibile, moltiplicatore di efficacia. Un brand buillder che aggiunge valore capace di lavorare sull’intero funnel, perché capace di coinvolge i suoi ascoltatori, spingendo il drive to store.

La radio al volante

In particolare, il decimo punto del decalogo, ‘La radio accende la mente’, ha introdotto il progetto di ricerca ‘L’attenzione alla pubblicità audio – Il caso del contesto di guida’. Lo studio, curato dal laboratorio AXD del Politecnico di Milano per Fcp-Assoradio, ha misurato, tramite un simulatore, i livelli di attenzione a contenuti audio e pubblicità proprio mentre si è al volante.
Il risultato? L’ascolto radio in macchina ottiene un coinvolgimento maggiore. Radio lineare e talk registrano risultati di adv recall superiori rispetto alle playlist musicali ondemand e contenuti editoriali ingaggianti, realizzati esplicitamente per il mezzo, accrescono il livello di coinvolgimento.

Nel dettaglio, per quel che riguarda il contesto pubblicitario, 6 su 10 ritengono che la radio abbia ancora oggi un ruolo importante nei media, per essere sempre aggiornalo in tempo reale: il 70% ritiene di ricevere informazioni utili, il 71% di restare aggiornato, il 61% ritengono la pubblicità in grado di rendere l’ascolto più piacevole mentre il 50% la ritiene una parte normale dell’ascolto.

Tutti i livelli del funnel sembrano funzionare: il 70% sostiene di aver conosciuto un prodotto dalla pubblicità in radio, il 58% di aver cercato informazioni e il 42% dichiara di esserne influenzato negli acquisti.