Autostrade per l’Italia riparte con un nuovo brand dalla tragedia del ponte Morandi. Un logo ‘mobile’ evoca, come cantava Gaber, libertà e partecipazione. Anche con i lavori in corso
COMUNICAZIONE POLITICA – Prima Comunicazione, Dicembre 2024
Ricasco nel conflitto d’interessi e come è accaduto alcuni mesi fa – su questa rubrica – scrivo di qualcosa che mi riguarda direttamente.
Si tratta della campagna che lancia per Autostrade per l’Italia il nuovo brand del gruppo. A disegnarlo è stata Inarea, la società guidata e fondata da Antonio Romano, che negli anni ha costruito e lavorato alle identità visive di tanti brand che vivono nel nostro immaginario e nella nostra memoria: da Eni a Rai, da Trenitalia a Italo, fino a quelli di istituzioni di città come Milano o Roma.
Il brand è la sintesi in purezza della presentazione istantanea di un’identità e il lungo processo che ha portato al logo attuale racchiude quel simbolo: “Una ‘&’ simbolo di connessione e unione che, ruotando, si trasforma in una ‘A’ duttile e polisemica (…) e riflette la complessità della rete gestita e la sua interazione con i territori e il futuro, rappresentando il dialogo, la congiunzione e il legame”.
Per quel che mi riguarda, ho cercato di far passare il concetto che è la & a generare, attraverso una semplice rotazione, il pittogramma simbolo di Autostrade per l’Italia e non il contrario… se lo condividi, sarà sufficiente invertire l’ordine del racconto.
Queste nuove autostrade oggi, nella loro nuova gestione e proprietà, ripartono dalla tragedia del ponte Morandi. Ne scrivo da genovese che quel ponte lo ha attraversato centinaia di volte. I miei genitori, originari dalla provincia di Savona, per tutti i fine settimana dell’infanzia ci portavano a salutare i nonni – nel secolo scorso esisteva questa usanza… – e quel ponte rappresentava la modernità e la sfida tecnologica in un territorio morfologicamente inospitale e con un’orografia inclemente. Quella rete rappresentò una sfida ingegneristica soprattutto in Liguria.
Una regione di pochi abitanti e territori impervi forte di una posizione strategica – per il Nord italiano e l’Ovest europeo – che ha giustificato investimenti altrimenti insostenibili portandola a essere forse il tratto autostradale più oneroso del Paese e tra le più costose del mondo (per la sua incomparabile percentuale di viadotti e gallerie per chilometro lineare).
Oggi quella sciagura che obbliga a una memoria intramontabile, impone un intervento continuo sull’intero corpo dell’infrastruttura che rappresenta un’operazione a cuore aperto: non puoi mettere il paziente in coma farmacologico, non puoi sospendere i flussi del traffico, devi tenere aperti i cantieri e mettere in efficienza un Paese che ama, in ogni sua declinazione, “l’inaugurazione ma non la manutenzione”.
Per questo, con la barra puntata verso il ricordo e il rispetto di quel dolore, abbiamo cercato la chiave più forte per spiegare che cosa oggi rappresenti quella infrastruttura e siamo partiti dal vantaggio che garantisce e che la rende ancora unica e diversa da tutte le altre: la possibilità di decidere da sé il proprio viaggio, come e quando vuoi (a differenza di treni e aerei).
Così è venuta naturale la scelta del brano ‘La libertà’ di Giorgio Gaber che più di ogni altro definisce quella condizione. Gaber, eroe dell’anticonformismo, era anche autore di ‘L’illogica allegria’, in cui dedicava il suo amore anarchico per quel rapporto di libertà che si consuma “lungo l’autostrada” (un’allegria di movimento e di scoperta e non di estemporanea distrazione e leggerezza); ed è l’autostrada la traslazione plastica che attiva il senso degli articoli 3, 16, 48 e 49 della nostra Costituzione ovvero quelli che definiscono la libertà e la partecipazione.
Lo spot parte dal racconto del gioco e dalla fantasia di due bambini. La loro immaginazione li porta a costruire e proiettare un mondo che vive parallelamente nella realtà quotidiana: motociclisti, automobilisti e camionisti che attraversano la rete. Così è per le maestranze e i tecnici che ogni giorno lavorano nei cantieri del gruppo Autostrade. Invenzione e realtà continuano a procedere parallelamente quando i due fratelli cominciano il loro viaggio con i genitori che li porterà a incontrare in un’area di servizio i protagonisti della loro fantasia. E sarà in quel momento, nella conclusione dello spot, che scopriremo come l’immaginazione dei bimbi aveva tracciato una strada sul loro gioco, la cui traiettoria definisce oggi il nuovo logo di Autostrade per l’Italia ricordandoci che senza movimento non c’è libertà.


















