OpenAI e Microsoft vicine allo strappo. E la startup pensa all’azione antitrust

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Uso dei prodotti e il cambio di assetto della creatrice di ChatGpt tra i nodi che alimentano lo scontro

Microsoft e OpenAi sembrano sempre più lontane. Secondo alcune ricostruzioni dei media americani, in particolare il Wsj, le due società sarebbero ai ferri corti con una tensione sempre crescente sul futuro della loro partnership sull’AI.

Sostegno economico e diritti di intervento

Già qualche mese fa erano trapelate voci su dissapori e tensioni interne. Fino a oggi Microsoft ha sostenuto OpenAI con investimenti da decine di miliardi di dollari, ottenendo in cambio anche opzioni e diritti di intervento sulle decisione strategiche della startup.
Ma l’intenzione della creatrice di ChatGpt ora è quella di allentare la presa del colosso di Redmond sui suoi prodotti. Tra gli obiettivi anche quello di assicurarsi il via libera per completare la transizione verso una public-benefit corporation, con un assetto societario nuovo che faciliterebbe la raccolta di nuovi capitali e guardare a una possibile quotazione.

Le opzioni sul tavolo

Secondo il giornale economico americano, le trattative in corso nelle ultime settimane si sono rivelate talmente difficili che i dirigenti di OpenAI hanno valutato quella che considerano “un’opzione nucleare”: accusare Microsoft di comportamento anticoncorrenziale e fare ricorso all’antitrust.

Ad aggiungere dettagli il Financial Times, secondo cui Microsoft sarebbe pronta ad abbandonare le trattative nel caso in cui le due parti non riuscissero a trovare un accordo su alcuni temi chiave, come proprio l’entità della quota futura detenuta in OpenAi.