Luigi De Siervo (Foto Ansa)

De Siervo promuove la Serie A a 20 squadre. Milan-Como a Perth per rafforzare prodotto

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Riducendo i club a 18 si perderebbe il 20% degli eventi, ha spiegato l’ad dall’assemblea di Lega a Roma. Rivendicando per il campionato in trasferta australiana l’esigenza di ottenere più visibilità

L’ipotesi di ridurre la Serie A da 20 a 18 squadre sembra per ora destinata ad essere accantonata. A mettere un punto fermo sul tema è stato l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo. “Per le tre grandi leghe, quella inglese, spagnola e italiana, l’idea di restare a 20 squadre in questo momento ci convince”, ha spiegato a margine dell’assemblea di lega, in programma allo stadio Olimpico di Roma.

“Nel momento in cui si calasse a 18, si perderebbe circa il 20% di eventi sportivi, oltre a una forma di rappresentatività anche legata a grandi città e grandi territori, andando più rapidamente nella logica della compressione dei valori e degli interessi dei campionati nazionali rispetto a queste grandi competizioni europee”, ha aggiunto.
“Abbiamo avuto il merito e la fortuna negli ultimi anni di consentire a squadre italiane di arrivare in fondo alle competizioni europee e non è detto che questo succeda sempre. Pensate se tutta l’aspettativa dei nostri tifosi fosse riposta solo sulle coppe europee dove per anni come sapete non abbiamo ottenuto i risultati meritati e sperati”, ha concluso.

Milan-Como a Perth

Da De Siervo anche un riferimento all’ipotesi – sempre più concreta dopo l’ok Uefa “in via eccezionale” – di far disputare a febbraio Milan-Como in Australia, a Perth.
Sostenendo l’iniziativa, il manager ha rimarcato le motivazioni di promozione e la maggior visibilità per il calcio inteso come brand dietro al progetto, facendo paragoni con quanto stabilmente accade in altri sport. “Il Tour de France è partito da Firenze, il Giro d’Italia parte stabilmente dall’estero. Questo lo si fa per rinforzare il prodotto, non per indebolirlo. Mi auguro che i tifosi, che hanno a cuore il futuro del calcio italiano, capiscano che questi piccoli sacrifici portano dei vantaggi sul medio-lungo periodo”, ha detto, citando come esempi anche la NFL o la NBA.

“La Uefa ha risposto dicendosi contraria, ma accettando l’eccezionalità dell’evento; stiamo parlando di un unicum e crediamo che se il calcio non intraprende in maniera misurata e con delle rotazioni questa strada, portando fuori il proprio brand, rischia di perdere posizioni rispetto ad altri sport”, ha concluso.