ChatGpt superata dalla “sorella” Sora. E OpenAi studia come evolvere il chatbot

Condividi

Ci sarebbe una nuova evoluzione nel futuro del chatbot targato OpenAi.

Chatgpt deve difendersi dalla “sorella” Sora, app per la realizzazione e condivisione di video fatti con l’IA lanciata poco più di una settimana fa da OpenAi, stesso gruppo che sviluppa ChatGPT, GPT-5, DALL·E.

Sora ha infatti superato il numero di download del chatbot, fino ad oggi il prodotto più famoso della startup americana.

Secondo i numeri diffusi dagli analisti di Appfigures, nei primi sette giorni di disponibilità, Sora è stata scaricata su iOs 627.000 volte, contro le 606.000 di ChatGpt nella stessa finestra di lancio. Numeri non da poco considerando che, al momento, l’app è disponibile solo per iPhone, su invito, e al di fuori di Unione Europea e Regno Unito.

Dai numeri risulta che Sora ha registrato un’adozione costante fin dal suo primo giorno. I dati indicano che i download giornalieri su iOs hanno raggiunto il picco di 107.800 installazioni il 1 ottobre, prima di attestarsi tra le 98.500 installazioni giornaliere del 4 ottobre e le 84.400 del 6 ottobre.

Il futuro del chatbot

Intanto ci potrebbero essere delle novità per il futuro del chatbot, con una trasformazione a programma di navigazione web fino a vero e proprio sistema operativo. A lasciarlo intendere Nick Turley, a capo dello sviluppo del chatbot di OpenAi.
“L’evoluzione che stiamo cercando di realizzare nei prossimi anni è quella in cui ChatGpt stesso sarà più simile a un sistema operativo in cui sarà possibile utilizzare applicazioni per scrivere, programmare, interagire con beni e servizi”, ha spiegato al portale Techcrunch anticipando alcuni obiettivi della società.

Per trasformare ChatGpt in un sistema operativo, Turley fa un paralleo con i browser web, i programmi per la navigazione online. Nell’ultimo decennio, “sono emersi come un nuovo tipo di sistema operativo – ha detto – non in senso letterale come macOS o Windows, perché sono diventati il principale strumento di lavoro al computer grazie a una varietà di applicazioni web”.
Il manager vede ChatGpt evolversi in modo simile: una piattaforma pensata per cambiare il modo in cui le persone interagiscono con il software. “Quanti di noi usano effettivamente i programmi installati sul computer? Forse Excel o PowerPoint, ma la maggior parte delle attività avviene nel browser tramite finestre e app sul cloud”.

In chiave trasparenza e privacy l’IA potrebbe essere dotata di una memoria “selettiva”. Con questa, gli utenti darebbero al chatbot la possibilità di ricordare solo alcune conversazioni. “Perché – ha sottolineato il manager – si potrebbe voler mantenere separate alcune conversazioni come quella sulla salute, da altre, come la musica”.