I primi 100 marchi al mondo valgono 3,6 trilioni di dollari. Nvidia boom

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Cresce più del 4% il peso economico dei primi 100 brand al mondo. Ma a dispetto di un trio di testa confermato, il ranking registra un forte dinamismo, con 12 nuovi ingressi, crescite record – anche a 3 cifre come per Nvidia – e flessioni significative. I risultati – rileva l’analisi – premiano i marchi che hanno saputo reagire alle sfide di mercato esplorando nuove aree e sfruttando il loro brand per generare nuove fonti di ricavo. Ma resta fondamentale investire a lungo termine nel racconto per mantenere una crescita sostenibile

Apple, Microsoft e Amazon restano in testa, Instagram entra in top 10, Nvidia cresce a 3 cifre e in classifica si registrano dodici nuovi ingressi, mai così tanti in oltre 25 anni di monitoraggio.
Sono in sintesi i dati che emergono dalla Best Global Brand, la classifica di Interbrand che dal 2000 monitora e mette in fila i marchi dal maggior valore economico su scala globale.

Tra crescite record e alcune significative flessioni, rispetto al 2024, il valore complessivo dei marchi è salito a 3,6 trilioni di dollari, con un incremento del 4,4%. Da mettere in evidenza è la capacità che i brand hanno avuto nel saper reagire con rapidità alle sfide del mercato e ai cambiamenti delle dinamiche competitive, puntando a rafforzare la propria crescita. 

Il ruolo dell’innovazione

Ovviamente un ruolo chiave spetta alla tecnologia e al digitale. “L’innovazione dirompente si conferma così una delle forze chiave che ridefiniscono i brand globali”, ha spiegatoGonzalo Brujó, Global ceo di Interbrand. “L’espansione dei servizi digitali e l’ascesa dell’intelligenza artificiale stanno accelerando come mai prima d’ora l’affermazione di nuovi leader di mercato”, ha aggiunto, sottolineando come in questo scenario, a emergere sono quei brand “capaci di innovare trasversalmente tra i settori, esplorare nuove arene competitive, costruire rilevanza e investire in strategie di branding a lungo termine”.
Al contrario, chi si affida soltanto alla forza della propria legacy si trova ad affrontare sfide sempre più complesse per mantenere un trend di crescita”, ha chiosato.

Tra i brand che sono riusciti a cavalcare l’onda dell’innovazione ci sono quelli il cui valore è in rapida ascesa all’interno del ranking come Netflix (28esima, +42%), YouTube (tredicesimo, +61%), Uber (64esima, +38%), Nintendo (53esima, +35%) e Instagram, passata dal 15esimo all’ottavo posto, con +27%.

Lo stesso vale per le new entry: BlackRock (31), Booking.com (32), Qualcomm (39), GEAerospace (44), UNIQLO (47), Schneider Electric (65), Monster (70), Nasdaq (85), BYD (90) e Shopify (99), tutti accomunati dalla capacità di concentrarsi su bisogni specifici dei loro clienti, eccellendo in ciò che fanno.

In questo contesto si inserisce anche la parabola di Nvidia (nella foto il ceo Jensen Huang), quindicesima, con un valore a 43,2 miliardi di dollari e la crescita record del 116%, il più grande aumento di valore del brand nella storia di Best Global Brands. “Il marketing di prodotto eccezionale di Nvidia e il completo dominio del suo ecosistema hanno alimentato la sua ascesa fulminea”, ha evidenziato Greg Silverman, global director of Brand Economics di Interbrand. “Tuttavia, in un contesto così dinamico, l’emergere di un nuovo disruptor potrebbe compromettere la posizione di questo brand; per mantenere una crescita sostenibile è infatti indispensabile investire nello storytelling a lungo termine”.

Crescita record per i media

Digital media e piattaforme di entertainment hanno registrato alcuni dei maggiori incrementi in termini di valore del brand rispetto all’anno passato. Oltre al già citato Instagram, YouTube ha segnato un balzo avanti avendo ampliato il ruolo degli influencer nella generazione di domanda per i prodotti sponsorizzati e le fonti di guadagno dei creator. Netflix ha scalato 10 posizioni con l’espansione nel gaming, nello sport e con gli eventi live realizzati.
La forza dell’Entertainment si riflette anche nei risultati conseguiti da Amazon, grazie a Prime Video, e la consolidata presenza di Disney, con il suo ampio portafoglio che include le piattaforme, che resta nella top 20. 

Automotive tra resilenzia ed elettrico

Interessanti le dinamiche nel settore automotive, con la resilienza dei brand di fronte a dinamiche di mercato difficili e la crescita dell’elettrico. Tra i brand automotive a maggior valore c’è Toyota che con una crescita del 2% mantiene la 6a posizione; Mercedes, decima, e BMW quattordicesima, continuano a presidiare la Top 20, nonostante una riduzione del valore del brand rispettivamente del 15% e del 10%.

Sul fronte dell’elettrico, il valore del brand di Tesla ha registrato un calo del 35% a causa della maggiore concorrenza, mentre BYD entra per la prima volta in classifica posizionandosi sul 90esimo gradino. Manfredi Ricca, global chief strategy officer di Interbrand ha definito il brand cinese “il più grande disruptor nel mercato automotive dalla comparsa di Tesla”, grazie ai progressi nel mercato europeo. Tuttavia, il monito, BYD deve prestare attenzione perchè senza investimenti “per rafforzare la narrativa del brand, questa crescita non sarà sostenibile”

Ferrari conferma il trend di forte crescita con +17%, rafforzando il suo posizionamento come brand di lusso a pieno titolo, acquisendo credibilità nell’ambito del fashion e mantenendo intatta la desiderabilità di tutto ciò che è Ferrari. 

Come cambia il lusso

Il lusso nel suo complesso ha faticato. In questo contesto, Hermès (21), è il brand del lusso in più rapida crescita, con un aumento del 18% in termini di valore e un incremento di una posizione. Prada (86) ha segnato un aumento dell’8%. Louis Vuitton (12) ha perso il 5% di valore, Gucci (69) esce dalla top 50. Chanel (24), ha mantenuto la sua posizione nella top 25, ma con un calo dell’8%.

Per quanto riguarda in particolare il soft luxury, l’aumento dei prezzi protrattosi oltre il periodo post pandemico, unito alla mancanza di veri e propri successi creativi, ha allontanato diverse fasce di clienti, frenando l’intero settore.

Uniqlo eccezione nel retail

Mentre la maggior parte dei retailer ha faticato (Ikea -9%, H&M -13%), Uniqlo è entrato nella classifica posizionandosi al 47esimo posto con un valore di 17,7 miliardi di dollari. L’espansione internazionale e la coerenza del brand hanno creato una rara storia di crescita nel retail.