Pentagono nomina nuovo corpo stampa di testate di destra

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Secondo il portavoce Parnell, i giornalisti che hanno rifiutato le nuove regole sono “media presuntuosi che hanno deciso di auto-deportarsi”.

Dopo che numerose testate si sono rifiutate di firmare le nuove regole introdotte dal segretario alla Difesa Pete Hegseth, ritenendole incompatibili con la libertà di stampa, e hanno così posto fine a decenni di presenza diretta in sede, il Dipartimento della Difesa ha annunciato una “nuova generazione del corpo stampa del Pentagono”.

Questa sarà composta da 60 giornalisti provenienti da testate dell’estrema destra, di cui Sean Parnell, portavoce del Dipartimento, – recentemente ribattezzato “della Guerra”-, non ha fatto nomi, annunciando la notizia su X.

Le testate ammesse al Pentagono

Il Washington Post ha ottenuto una bozza della comunicazione, in cui si apprende che i giornalisti ammessi provengono da testate note per la diffusione di teorie del complotto.

Tra queste compaiono Lindell TV (fondata dall’alleato di Trump Mike Lindell) e Gateway Pundit, entrambe accusate di aver diffuso informazioni false sulle elezioni del 2020, Post Millennial, Human Events, National Pulse e Frontlines, brand media di Turning Point USA, fondata dall’attivista recentemente assassinato, Charlie Kirk, e da Bill Montgomery.

Inoltre avranno accesso al Pentagono: Timcast dell’influencer conservatore Tim Pool, accusato di complottismo e collaborazione con media finanziati dai russi; e Washington Reporter, testata digitale su Substack.

Il Guardian ha chiesto al Pentagono un elenco completo delle testate ammesse, ma non ha ricevuto risposta.

Le parole di Parnell

Ecco la presentazione che Parnell ha fatto del nuovo team su X: “I nuovi media e i giornalisti indipendenti hanno trovato la formula per aggirare le bugie dei media tradizionali e portare le vere notizie direttamente al popolo americano”.

“La loro portata e il loro impatto sono molto più efficaci e bilanciati rispetto ai media presuntuosi che hanno scelto di auto-deportarsi dal Pentagono” ha aggiunto.

Le nuove regole del Pentagono

Sono numerosi i giornalisti che hanno restituito i loro tesserini stampa in risposta alla nuova politica che impone di non ottenere materiali non autorizzati e limita l’accesso a determinate aree, se non accompagnati da un funzionario.

Tra questi ci sono i reporter non solo di come Washington Post, New York Times, The Atlantic, The Guardian, ma anche di testate di destra come Newsmax.e Fox News, d’accordo sul fatto il nuovo regolamento imponesse restrizioni inaccettabili ad attività previste dal Primo Emendamento

Le omissioni sulla rete di destra

La portavoce del Dipartimento della Difesa, Kingsley Wilson ha così riassunto all’emittente conservatrice Real America’s Voice le regole per cui molti reporter hanno lasciato le sale stampe del Pentagono:

“Se ne sono andati perché si sono rifiutati di firmare un accordo semplice, di buon senso. Diceva: indossate il tesserino ben visibile, non entrate in aree classificate, restate nei corridoi riservati alla stampa e rispettate le regole dell’edificio” ha detto Wilson, omettendo di citare il punto in cui viene vietata la possibilità di accedere a materiale non autorizzato, da cui invece dipende il giornalismo investigativo.

A proposito del comportamento dei media tradizionali, invece, Tim Pool, che fa parte del nuovo corpo stampa del Pentagono, lo ha definito, all’interno di un briefing alla Casa Bianca, “non professionale”.

I giornalisti uscenti non mollano

Con la perdita dell’accesso diretto, molti reporter hanno ammesso che l’allontanamento fisico dai centri decisionali comprometterà inevitabilmente la profondità delle notizie, ma che intendono continuare a fare il proprio lavoro adottando strategie di indagine più indipendenti e aggressive.

Foto (Ansa): Peter Hegseth