Passa dal Portogallo la prossima tappa dell’espansione europea della holding tv di Cologno. Nel mirino una partecipazione nel gruppo Impresa che, oltre alle tv, ha in portafoglio anche quotidiani e settimanali. Asset su cui Mfe non ha mai puntato direttamente
Archiviata la campagna tedesca, voci sempre più insistenti danno Mfe indirizzata verso un rafforzamento della sua presenza nella penisola iberica, ulteriore passo di espansione europea.
La holding tv di Cologno avrebbe messo nel mirino il gruppo editoriale portoghese Impresa.
Alle prime conferme ufficiali di fine settembre sulle trattative in corso, si sono aggiunte le indiscrezioni della stampa locale che ha tracciato uno scenario secondo cui ad essere previsto era un ingresso con una quota di minoranza da parte di Mfe.
Ad alimentare le voci anche il riassetto della governance del gruppo media lusitano, seguito alla morte del fondatore, Francisco Pinto Balsemão, deceduto lo scorso 21 ottobre. Il tutto mentre la Cmvm, l’autorità locale di vigilanza sui mercati finanziari, dal 31 ottobre ha sospeso il titolo alla borsa di Lisbona.
Cos’è Impresa
Il gruppo Impresa è nato nel 1973 con la fondazione dell’Expresso, oggi il giornale più diffuso del paese, ed è cresciuto, nel 1992, con la rete televisiva Sociedade Independente de Comunicação (SIC), prima tv privata del paese.
Oggi conta otto canali televisivi, tra cui SIC, SIC Noticias, SIC Radical, SIC Internacional e ha oltre 3,6 milioni di spettatori. Il gruppo è attivo nel settore editoriale con testate come – oltre il già citato Expresso- Visão, Exame e Caras. Inoltre opera anche nel comparto immobiliare e sviluppa soluzioni multimediali e tecnologiche, inclusa la geo-localizzazione.
Dopo la scomparsa, i cinque eredi di Pinto Balsemão, si sono divisi equamente la partecipazione del 50,3% e vogliono mantenerne il controllo. Mónica, Henrique, Francisco Maria, Joana e Francisco Pedro hanno legato le rispettive quote nella holding Balseger, che a sua volta detiene il 71,4103% del capitale sociale di Impreger (primo azionista di Impresa) a un patto parasociale che prevede il “coordinamento dell’esercizio del diritto di voto nelle assemblee su questioni strategiche”.
Nel dettaglio, quindi, l’accordo stabilisce che i cinque fratelli “saranno obbligati a votare favorevolmente all’assemblea generale sulle proposte approvate all’unanimità in una riunione preliminare regolarmente convocata e ad astenersi su quelle che non raggiungono tale consenso”.
Per quanto riguarda la vendita delle azioni della holding hanno concordato “di non vendere alcuna azione di Balseger a meno che l’acquirente (quando non è parte della holding) non aderisca espressamente e senza riserve al presente accordo”.
Conti in difficoltà
Il mercato resta dunque in attesa. Intanto i numeri raccontano di un gruppo che non naviga in buone acque. Nel 2024 ha chiuso in rosso per 66 milioni, un risultato su cui ha pesato una svalutazione da 60,7 milioni, con una perdita operativa di 52,25 milioni e ricavi a 182,3 milioni (+0,2%), mentre il debito netto è salito a 130,9 milioni.











