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Lei mi chiede: ma cos’è ‘Repubblica’?

“E’ il modo in cui il giornale è stato costruito, la dichiarazione d’intenti di cui è fatto, a rendere ‘Repubblica’ il quotidiano più venduto in edicola e più letto. E’ l’anima ciò che il lettore cerca, ciò che il lettore compra”, sostiene il direttore Ezio Mauro, che spiega come intende il suo ruolo di giornalista e parla del rapporto con Berlusconi e con la politica.
“Io non devo convertire nessuno. Checché se ne dica, io non sono un partito né tanto meno un prete. L’importante è che il nostro lettore si formi un’opinione con tutto quello che gli diamo”, dice Ezio Mauro. “Quello che m’interessa di Berlusconi è il fenomeno che rappresenta, che non è estemporaneo, ma è figlio di una cultura e io credo che vada preso sul serio. Questo ha portato a investire sul fenomeno e ha selezionato un pubblico che risponde in modo sensibile alle vicende della politica italiana”.
“Il confine tra la funzione civile e quella politica è molto labile”, sostiene Mauro. “Quando ci dicono che a ‘Repubblica’ vogliamo fare politica nel senso più proprio del termine, non capiscono che qualcuno possa amare il proprio lavoro. Io trovo che fare il giornalista sia bellissimo! Se non capiscono che tu puoi amare il tuo lavoro interamente, e attraverso questa passione per il lavoro puoi partecipare al discorso pubblico, puoi partecipare anche alla vicenda della sinistra italiana, non capiscono il giacimento enorme che c’è e sul quale sono seduti”.
E sul rapporto tra quotidiano e web, dove il giornale è leader con il sito Repubblica.it, Ezio Mauro è convinto che “tutto il mondo dell’informazione dieci anni fa ha sbagliato a non far pagare il web perché è passata la falsa credenza che l’informazione sia senza prezzo e dunque senza valore. Non è stato fatto e non puoi più risalire la corrente. Quindi ‘Repubblica’ su web è il flusso che Giuseppe Smorto guida con una dedizione anche fisica totale e con una squadra di giovani molto bravi. Le sezioni nuove stanno andando benissimo e il distacco dai concorrenti sta crescendo. Il web è un giornale continuo che presto diventerà  24 ore 24, sette giorni su sette”. Per quanto riguarda gli utenti di Repubblica.it, dice Mauro: “ Forse la cosa la sorprenderà , ma il giornale sul web incrocia quello di carta solo nel 30% degli utenti. Tutto il resto è una manna che cade dal cielo, un pubblico più largo, più giovane, più acculturato tecnicamente e che comincia ad assaporare il cibo giornalistico di ‘Repubblica’”.

L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 411 – Novembre 2010

Roberto Borghi

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