Categories: Prima pagina

Notizie false? La prima responsabilità è di chi predica l’inutilità di esperienza e competenza. Calabresi replica a Grillo: la sua propaganda danneggia il tessuto sociale

Il giudice è il lettore. L’editoriale di Mario Calabresi, Repubblia 4.1.2016 –  L’Italia è al 77esimo posto nella classifica della libertà di stampa, dietro Paesi africani come Burkina Faso e Benin. Il motivo? Non quello che pensano i detrattori del nostro giornalismo, ovvero l’asservimento al potere, ma il contrario: troppi sono i giornalisti minacciati dalle mafie e dalla criminalità organizzata per le loro inchieste su malaffare e corruzione. Come se non bastasse abbiamo il record delle cause contro i giornali intentate dai politici, che mal sopportano l’idea che qualcuno faccia loro le pulci o li critichi e così ricorrono ai tribunali con evidente scopo intimidatorio.

Non da ieri si è aggiunto alla schiera dei politici che vorrebbero mettere la museruola ai giornalisti anche Beppe Grillo. Evidentemente infastidito dall’idea che qualcuno rompa l’incantesimo a 5 Stelle e denunci corruzione, incapacità e opacità delle amministrazioni a lui legate, come sta accadendo a Roma.

Sarebbe sbagliato orchestrare una difesa d’ufficio del giornalismo italiano, senza dubbio non esente da pecche e peccati, ma nel dibattito sui falsi che circolano in rete non siamo noi i colpevoli. La prima responsabilità ricade infatti su chi da anni predica l’inutilità di esperienza e competenza, per cui chiunque può concionare su vaccini, scie chimiche, chemioterapia o cellule staminali con la pretesa di avere in tasca una verità popolare, da nulla suffragata se non da un sentimento di massa.

I danni che questo nuovo conformismo della Rete sta facendo al dibattito pubblico sono incalcolabili. Grillo propone una giuria popolare di fronte alla quale trascinare i direttori per far loro ammettere gli errori a testa bassa. Se l’idea della giustizia popolare non facesse venire alla mente precedenti storici drammatici, sarebbe da riderci sopra. E quanto ai tribunali, esistono già e continuamente si occupano di direttori chiamati a rispondere per quanto scritto sui loro giornali. A Grillo piace l’idea di una giustizia fai da te, come quella che decide espulsioni e ammende all’interno del movimento.

A noi, però, preoccupa di più il danno che la propaganda grillina arreca al tessuto sociale, alla fiducia nell’informazione e il farsi strada dell’idea che il giornalismo sia establishment a cui contrapporre il popolo. Il nostro popolo è la comunità dei lettori, che è anche il nostro unico giudice. Il suo verdetto lo emette ogni mattina, decidendo se leggerci o no.

 

Roberto Borghi

Recent Posts

Classifica delle testate di news online: sul podio Corriere, Repubblica e Fatto

La classifica dei top 50 brand di news online è realizzata sul dato utenti unici…

12 ore ago

Meloni: M5s stilava liste proscrizione cronisti; su libertà stampa manca equilibrio

"Il tema della libertà di stampa è un tema molto serio, però è anche un…

12 ore ago

Ranucci: giornalisti liberi delegittimati da politici con liti temerarie e querele

"Come sapete, la bomba è stata messa davanti alla mia abitazione, ma quella è una…

13 ore ago

Sberleffi e barzellette. Le tv russe mettono Trump alla berlina

Nel giro di due mesi il buon giudizio sul presidente Usa ha lasciato spazio a…

13 ore ago

Governo tedesco a Berlusconi: rispetti intesa su ProSieben, terremo d’occhio situazione

Il sottosegretario tedesco Wolfram Weimar si è rivolto direttamente a Pier Silvio Berlusconi, presidente di…

13 ore ago

Warner Bros Discovery in vendita, valutate “alternative strategiche”

Warner Bros. Discovery (Wbd) sta valutando la vendita dell'intero gruppo media o della sola entità…

13 ore ago