C’è nel Paese una “comunicazione pubblica troppo spesso condizionata da fattori demagogici” che “finiscono per sconcertare l’opinione pubblica”. A sottolinearlo il procuratore generale della Corte dei Conti Alberto Avoli. “Migliaia di twitter
assordano ogni giorno le nostre giornate: quasi sempre non con il gradevole canto dell’usignolo, ma con il fastidioso rumore delle mosche nella calura dei pomeriggi estivi”, afferma nel suo discorso in
occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario.
Avoli punta il dito su “centinaia di dibattiti dove tutti si parlano addosso in un vero delirio di narcisistica autoreferenzialità e dove la capacità di ascolto viene annullata dalla sovrapposizione confusa
delle voci. Le diagnosi sono oramai sempre più precise e spesso persino condivise. Sulle azioni terapeutiche si registra purtroppo ancora molta confusione forse troppa” osserva. (Val/AdnKronos)
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