Politica

Elezioni e tv. Salvini: Confronti per tutti. Letta: non mi infilo nelle polemiche

“A me piacerebbe che tutti possano confrontarsi con tutti, a me piacerebbe confrontarmi con Enrico Letta”. L’ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini rispondendo a una domanda se è d’accordo che Giorgia Meloni partecipi a un confronto in tv in rappresentanza del centrodestra, ospite di Rtl102.5.

E ha aggiunto ripreso da Ansa: “Io spero che sulle reti televisive tutti abbiano il modo di confrontarsi con tutti. Non faccio l’organizzatore di dibattiti tv ma gli italiani hanno diritto di capire. Con Letta mi confronterei domattina”.

Enrico Letta (Foto ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

“La polemica sui confronti tv è una questione posta in modo sbagliata, non credo che mancherà nessuna possibilità per gli italiani per capire le differenze e le posizioni. Ma mi sembra una polemica posta male, io non mi infilo in questa polemica”. Così il segretario del Pd, Enrico Letta a Radio 24 ha replicato a Salvini.
Parole che, però, non sembrano presagire a un allargamento del confronto tra i leader. “Da Enrico Letta nessun via libera al confronto a quattro”, ha detto la portavoce di Enrico Letta, Monica Nardi, interpellata dall’AGI. “Il segretario Pd, ha specificato, ha detto semplicemente che nel corso della campagna elettorale ci saranno certamente occasioni per confrontare le distinte proposte dei partiti rivolte al paese. Nulla di più”.

Calenda: nemmeno in Urss

Una precisazione che ha fatto scattare il leader di Azione Carlo Calenda che in un tweet ha attaccato Letta: “questa roba insegnavi in Francia? Che i confronti si fanno a la carta? Che così si conduce una campagna elettorale in una democrazia? Comprendo il timore, ma ti tocca Enrico. Ti tocca”.

In mattinata, ospite a Coffee Break su La7 Calenda aveva ribadito la sua disponibilità a un confronto con tutti. “Io sono disponibile a fare un confronto con tutti, Meloni, Fratoianni, Salvini, Berlusconi, Letta. E sul confronto Letta-Meloni ha aggiunto: “secondo i sondaggi loro rappresentano molto meno del 50% degli elettori, perché escludere gli altri? Non succedeva neanche nell’Unione sovietica”.

Redazione PrimaOnline

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