Per la Juventus si riapre il caso plusvalenze. La Corte federale ha accolto l’istanza per revocazione del processo, presentata dalla procura Figc, e ha così riaperto un procedimento sportivo, che lo scorso maggio si era concluso con il proscioglimento.
Con la Juve, erano imputati anche altri 8 club – Samp, Genoa, Parma, Empoli, il vecchio Novara, Pisa, Pescara e Pro Vercelli. Come nel primo procedimento per loro nessuna condanna
Sul club bianconero si è abbattuta una vera stangata. La corte ha infatti inflitto sanzioni ben oltre quelle richieste dal procuratore Figc, Giuseppe Chiné. A cominciare dalla decurtazione di 15 punti in classifica (Chinè ne aveva chiesti 9), da scontare in questa stagione. Una penalità che fa precipitare la squadra dal terzo posto attuale al decimo.
Pagano anche i dirigenti (ex ed attuali), anche in questo caso pugno duro, andando oltre alle prime richieste di Chinè. Per Fabio Paratici inibizione temporanea di 30 mesi (Chinè ne aveva chiesti 20); 24 mesi per Andrea Agnelli e Maurizio Arrivabene (Chinè ne aveva chiesti 16 per l’ex presidente, 12 per l’ex ad); 16 mesi per il ds Federico Cherubini (contro i 10 proposti); 8 mesi per gli altri dirigenti come Pavel Nedved, Enrico Vellano, Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo e Francesco Roncaglio.
La Procura della Figc, uscita sconfitta al primo round sulla vicenda plusvalenze, ha voluto riaprire il procedimento alla luce dell’inchiesta penale Prisma della procura di Torino.
“La pena deve essere afflittiva, la Juventus in classifica deve finire ora dietro la Roma, fuori dalla zona delle Coppe Europee” aveva motivato la richiesta il procuratore durante la requisitoria.
“Ricorso inammissibile” le parole della difesa dei bianconeri in assenza di “fatti nuovi” rispetto al processo già celebrato mesi fa e che aveva assolto tutti. I legali bianconeri hanno fatto leva sul principio giuridico per cui “nessuno può essere perseguito o condannato penalmente dalla giurisdizione dello stesso Stato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato”.
Sul futuro del club ora incombono un possibile secondo processo sportivo, derivato dai nuovi atti dell’inchiesta Prisma, oltre alle possibili sanzioni minacciate dall’Uefa per la violazione del financial fair play.
Ma intanto i legali del club bianconero – Maurizio Bellacosa, Davide Sangiorgio e Nicola Apa – preannunciano l’intenzione difare ricorso e, parlando con Ansa, definiscono la decisione “una palese ingiustizia”.
Intenzione ribadita anche dal club in una nota. “La Società, si legge, attende la pubblicazione delle motivazioni e preannuncia sin d’ora la proposizione di ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport nei termini del Codice di Giustizia Sportiva”.
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