Il 18 aprile scade il termine che Tim ha dato a Kkr e Cdp-Macquarie per presentare offerte, migliorative, sulla rete.
Secondo indiscrezioni delle scorse settimane le proposte conterranno incrementi rispetto ai 18-20 miliardi inziali. Tuttavia, rimarca Ansa, non colmeranno le distanze con la valutazione da 31 miliardi di euro fatta da Vivendi.
La media company francese, che della telco è socio di maggioranza, ha fatto sapere di volere un’assemblea straordinaria sulla vendita della rete, ed è comunque pronta a dare battaglia già all’assemblea ordinaria di giovedì 20 aprile.
Oltre al bilancio 2022, tra i punti all’ordine del giorno c’è la politica di remunerazione che i francesi hanno messo nel mirino contestando i compensi previsti per i manager di Tim, a partire dall’amministratore delegato Pietro Labriola. Preannunciato anche il suo voto contrario sulla questione.
Sul tema è attesa una risposta fra quelle che il cda fornirà in vista dell’assemblea che anche quest’anno si terrà a porte chiuse e col voto espresso attraverso un unico rappresentante designato.
Al voto anche la nomina del consigliere per il posto lasciato libero dal ceo di Vivendi, Arnauld de Puyfontaine. Vivendi, segnala ancora l’agenzia, non voterà per Paola Bruno, candidata dei fondi che potrebbe invece essere nominata col voto degli investitori istituzionali. Non appoggerà nemmeno l’altro candidato al posto in consiglio, il presidente dei piccolo soci di Asati, Franco Lombardi.
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