Nuovo attacco di Donald Trump ad Harvard, il più prestigioso ateneo americano che sta difendendo la sua indipendenza accademica dalle ingerenze dell’amministrazione repubblicana. La segretaria della Sicurezza Interna, Kristi Noem, ha infatti comunicato all’università di aver sospeso la sua partecipazione allo Student and Exchange Visitor Program, di fatto impedendo l’iscrizione di studenti stranieri. Gli studenti americani già iscritti dovranno trasferirsi in un’altra università se non vogliono rischiare di perdere il loro visto.
Noem ha giustificato la mossa sostenendo che Harvard ha creato “un campus non sicuro” permettendo le azioni di agitatori anti-americani, in maggioranza studenti stranieri.
La mossa è destinata a provocare un altro ricorso legale da parte di Harvard che già il mese scorso ha fatto causa all’amministrazione per ottenere i due miliardi di finanziamenti federali congelati per aver rifiutato li cambiamenti di programmi, apolitiche di ammissione degli studenti e assunzione degli insegnanti richiesti dalla task force per combattere l’antisemitismo, creata da Trump per punire le università accusate di essere permissive con le proteste per Gaza.
La nuova misura punitiva – riporta Adnkronos – costituisce una grande escalation dello scontro, che potrà avere enormi effetti finanziari per Harvard dal momento che 6800 dei suoi 24.596 studenti sono stranieri. Nella lettera, la segretaria Noem ha detto che si vuole dare “un avvertimento a tutte le università e istituzioni accademiche”, accusando Harvard di “alimentare violenza, antisemitismo in coordinamento con il partito comunista cinese”. Ha posto anche condizioni ed un ultimatum, dicendo che Harvard potrà riottenere il suo diritto di avere studenti stranieri se entro 72 ore consegnerà tutti gli audio e i video che dimostrerebbero azioni pericolose, minacciose o illegali da parte di studenti stranieri negli ultimi cinque anni.
Il portavoce di Harvard, Jason Newton, ha definito “illegale” la mossa dell’amministrazione. “Noi siamo impegnati a mantenere la capacità di Harvard di ospitare studenti e accademici internazionali che noi accogliamo da oltre 140 Paesi e che arricchiscono l’università, e la nazione, in modo immensurabile”.
L’ateneo intanto ha deciso di fare causa all’amministrazione Trump, accusandola di aver preso una decisione che viola il primo emendamento.
“Condanniamo” la decisione “illegale e ingiustificata” dell’amministrazione, ha ribadito il presidente, Alan Garber, in una nota. L’azione dell’amministrazione “mette a repentaglio il futuro di migliaia di studenti e studiosi di Harvard e serve da monito per innumerevoli altri college in tutto il paese”, ha aggiunto.
Intanto, un giudice federale ha bloccato temporaneamente il giro di vite sulla presenza di studenti stranieri, accogliendo la mozione presentata dall’ateneo.
“All’amministrazione Trump è da questo momento impedito di attuare… la revoca della certificazione Sevp (Student and Exchange Visitor Program) della parte ricorrente,” ha ordinato la giudice Allison Burroughs nel contesto di uno scontro crescente tra la Casa Bianca e l’università.
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