Politica

Musk fa causa allo Stato di New York per la legge anti-odio

La X Corp., società madre di X (ex Twitter) ha depositato ieri una causa contro lo Stato di New York, contestando lo “Stop Hiding Hate Act” che impone maggiore trasparenza sui contenuti d’odio e la disinformazione on line.

Nel ricorso è scritto che la legge, firmata lo scorso dicembre dalla governatrice Kathy Hochul ed entrata in vigore questa settimana, richiede alle aziende di pubblicare i propri termini di servizio e di inviare rapporti dettagliati su come moderano contenuti estremisti, influenze straniere, fake news, hate speech e altri contenuti dannosi.

Secondo i legali di Musk, la legge viola il Primo Emendamento della Costituzione americana, che tutela la libertà di espressione, perché costringe X Corp. a comunicare “informazioni altamente sensibili” e a produrre comunicazioni non commerciali, protette in modo più ampio dalla giurisprudenza costituzionale.

Musk contesta anche la multa fino a 15mila dollari al giorno per ogni violazione commessa.

Duello legale e politico

Gli autori del disegno di legge, stilato in collaborazione con l’Anti-Defamation League, hanno respinto la causa, sostenendo che in nessun modo lede il diritto di libertà d’espressione delle aziende social e rappresenta un tentativo di “usare il Primo Emendamento come scudo per evitare di fornire ai cittadini di New York la trasparenza necessaria”.

“Ora più che mai, con l’aumento della violenza politica e delle minacce alimentate dalla diffusione dell’odio e della disinformazione da parte del presidente Trump e di Elon Musk, i cittadini di New York hanno il diritto di sapere cosa fanno (o non fanno) le piattaforme come X per fermare la diffusione dell’odio e della disinformazione”, hanno dichiarato i legislatori, il senatore statale Brad Hoylman-Sigal e la deputata Grace Lee.

Non è la prima volta per Musk

Secondo Hoylman-Sigal, l’anno scorso X aveva chiesto di discutere e modificare la proposta di legge, ma la richiesta è stata respinta perché considerata non sincera e mirata soltanto a indebolire il provvedimento.

Sempre lo scorso anno X ha invece avuto successo nel bloccare una legge simile in California, che obbligava le piattaforme social a comunicare al governo come definivano hate speech ed estremismo.

Contro la trasparenza

Da quando Musk ha acquistato Twitter nel 2022, ha drasticamente ridotto gli sforzi di moderazione dei contenuti e si è opposto con forza a ogni tentativo di regolamentare la piattaforma.

Inoltre, pur proclamandosi “assolutista della libertà di parola”, Musk in passato ha già sospeso account X di giornalisti critici nei propri confronti, rallentato la diffusione di articoli da testate sgradite e fatto causa a organizzazioni no-profit che documentavano contenuti razzisti sulla piattaforma, che spesso si sono concluse con esito sfavorevole.

Paola Cavaglià

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