Politica

Trump rimuove la governatrice della Fed: atteso scontro istituzionale senza precedenti

Lisa Cook, uno dei sette membri del Consiglio dei Governatori della Fed e prima donna afroamericana a ricoprire questo incarico, è stata rimossa dal presidente Trump.

Secondo quanto pubblicato da Trump su Truth Social, Cook avrebbe firmato due dichiarazioni ipotecarie contraddittorie, indicando, a due settimane di distanza, due diverse proprietà come “residenza principale”, prima in Michigan e poi in Georgia.

Il presidente ha definito ciò “motivo sufficiente” per la rimozione, invocando presunti poteri costituzionali.

La risposta di Cook

“Il presidente Trump ha cercato di licenziarmi ‘per giusta causa’, quando in realtà non esiste alcuna causa legale e lui non ha l’autorità per farlo”, ha dichiarato Cook in un comunicato.

“Non mi dimetterò. Continuerò a svolgere il mio lavoro per sostenere l’economia americana, come faccio dal 2022”, ha aggiunto Cook, dichiarando alla Bbc di aver appreso delle accuse la settimana scorsa solo dai media e che si riferivano ad una richiesta di mutuo presentata nel 2021, prima del suo ingresso nella Banca Centrale americana.

“faremo tutto il necessario contro il tenativo illegale di Trump” ha dichiarato il suo avvocato, Abbe David Lowell.

Nessun commento dalla Fed sull’annuncio del presidente, fatto nella tarda serata di ieri.

Un atto senza precedenti

Secondo gli esperti, l’opposizione da parte della Cook o della Fed alla decisione di Trump innescherà una bufera legale e istituzionale senza precedenti nei 111 anni di storia della banca centrale americana, indipendente dal governo dal 1951.

Tensioni crescenti con la Fed

Negli ultimi tempi si sono inaspriti i rapporti di Trump con la Fed ed in particolare con il suo presidente Jerome Powell, definito in più occasioni un “imbecille” ed un “testardo idiota”, per non aver ancora voluto abbassare i tassi di interesse. Per questo Trump ha più volte minacciato di licenziarlo.

La scorsa settimana Powell, però, parlando al Jackson Hole in Wyoiming, oltre a dire che l’inflazione generata dai dazi imposti dal presidente, potrebbe essere temporanea, ha accennato ad un imminente taglio dei tassi, che, secondo alcuni analisti, potrebbe verificarsi nella seconda metà di settembre.

Foto (Ansa): Lisa Cook

Paola Cavaglià

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