“O l’Europa è leader o è follower: dobbiamo avere coraggio di cambiare”. Ha preso spunto dalle parole di Mario Draghi, lo scorso venerdì, l’intervento che la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha tenuto al Meeting di Rimini.
Uno sguardo sulle sfide che il Vecchio Continente deve affrontare, misurandosi con un’America che è cambiata e conflitti armati, tra Gaza e l’Ucraina, davanti ai quali non si può restare indifferenti.
“Gli europei sono per natura innovatori: aspiriamo all’eccellenza. Per questo siamo stati protagonisti del progresso globale”, ha spiegato Metsola.
Ma ora serve uno spirito diverso che chiama in casua tutti. “L’Europa non è completa ma il suo destino dipende da tutti noi, lottiamo per l’Europa è il mio appello. Non sottovalutiamo mai ciò che possiamo diventare”
“Abbiamo bisogno di un’Europa più forte che promuove la pace, e come ha detto Draghi, la forza economica è il suo soft power ma non è più sufficiente: lo status quo non può bastare. Noi siamo davanti al bivio: o cambiamo o siamo destinati all’irrilevanza”.
“Questo è il momento di dire che dobbiamo trovare il coraggio per prendere delle decisioni difficili”, ha continuato Metsola. “Se abbiamo coraggio superiamo gli ostacoli e questo deve essere il nostro messaggio anche di ottimismo oggi”.
“In Europa possiamo fare molto: dobbiamo essere uniti, lottare per la pace, abbiamo molte sfide, dobbiamo capire cosa la gente vuole da noi e rispondere”, ha continuato.
Qualche spunto anche sul ruolo del Parlamento Ue. “Negli ultimi anni il Parlamento europeo è stato riformato in modo radicale, perché abbiamo capito che se le nostre istituzioni diventano troppo miopi o troppo appesantite dalla burocrazia, i cittadini perderanno fiducia nella capacità dell’Europa di mantenere le nostre promesse. Il mio amico David Sassoli ci aveva messo in guardia proprio su questo anche qui, dal palco di Rimini”, ha proseguito.
Non sono mancate poi parole sui conflitti in corso a Gaza e in Ucraina, proprio alle porte dell’Europa, sul rapporto commerciale con gli Usa.
“A Gaza la situazione è intollerabile: vogliamo che le uccisioni cessino, che gli ostaggi siano liberati, non possiamo essere indifferenti. Dobbiamo fare in modo di finire questo ciclo di conflitti, tutto ciò è possibile”, ha detto.
Su Kiev: “l’Europa non si è mai tirata indietro di fronte alla costruzione della cooperazione globale, e nessun luogo lo dimostra meglio dell’Ucraina”. “Kiev oggi non sarebbe libera senza il sostegno europeo”.
“I negoziati di pace non sarebbero stati possibili senza gli sforzi costanti dell’Europa, e su questo impegno desidero ringraziare la presidente Meloni e il ministro degli Esteri Tajani per il contributo determinante dell’Italia nel difendere i valori europei”, ha spiegato Metsola.
“Abbiamo sempre spinto per la pace, una vera pace che nasce dalla capacità dell’Ucraina di restare forte. Dobbiamo continuare a spiegare il perché del nostro sostegno all’Ucraina, e questo perché non è solo altruismo: è la nostra capacità di difenderci, è l’aspirazione dell’Europa a vivere libera, un principio che non dimenticheremo mai”, ha concluso Metsola.
E per quanto riguarda l’America, secondo Metsola “non esiste alleanza più solida tra Ue e Usa”. “L’accordo sui dazi è un passo avanti nelle nostre relazioni transatlantiche. Il Parlamento farà la sua parte. Ma dobbiamo guardare oltre con partnership più ampie, in Asia e America Latina. l’Europa non si è mai tirata indietro sul fronte della cooperazione mondiale”, ha detto.
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