CRONACA

Attentato a Sigfrido Ranucci e figlia: “Ordigno in grado di uccidere”. Ampia solidarietà

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Attimi di terrore nella notte a Campo Ascolano, frazione del Comune di Pomezia, alle porte di Roma, dove un ordigno è esploso davanti all’abitazione del giornalista Sigfrido Ranucci. L’esplosione ha provocato la distruzione di due automobili, appartenenti alla famiglia del conduttore della trasmissione Report e l’altra alla figlia. Sul luogo sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i Carabinieri della compagnia di Pomezia con in nucleo investigativo di Frascati e la Digos della questura di Roma che stanno cercando di ricostruire la dinamica e individuare i responsabili. Non ci sono stati feriti. Il coordinamento delle indagini è affidato alla Direzione distrettuale antimafia della Capitale.

“Una cosa singolare è che io mancavo da tre giorni e sono tornato ieri. Le auto sono esplose mezz’ora dopo che sono passato”, ha detto Ranucci a LaPresse. “Non è che sono andato a denunciare dai carabinieri ma i carabinieri sono venuti sul posto insieme alla Digos, la scientifica e i vigili del fuoco. Adesso stiamo facendo analisi sull’esplosivo, che ha distrutto le due macchine e il cancello di casa ed è esploso alle 22.20, 20 minuti prima è arrivata mia figlia“, ha aggiunto il giornalista ancora sotto shock.

Sarebbe – riporta LaPresse – quasi un chilo il materiale esplosivo con il quale sarebbe stato confezionato l’ordigno usato per l’attentato dinamitardo. È quanto emerso dai primi accertamenti effettuati dagli artificieri dei carabinieri. “L’esplosione, penso l’abbia sentita tutta la zona, tutto il quartiere. È accaduto verso le 22.15, 22.20. Noi abitiamo giù in fondo, alla fine della via. A noi hanno tremato i quadri, le finestre, a me sono cascati alcuni quadri. È stata veramente, veramente tanto forte, ha fatto paura“, ha detto ai giornalisti Rebecca, una ragazza che abita vicino alla casa di Ranucci. “Sappiamo chi vive qui però nessuno di noi aveva pensato a una bomba. L’esplosione è stata così forte che anche di fronte a casa mia eravamo tutti affacciati”.

Non è la prima volta che un giornalista di Report riceve intimidazioni. È già successo a novembre 2024 quando “agghiaccianti minacce” sono “arrivate alla Redazione dopo il servizio sul conflitto tra Israele e Palestina realizzato da Giorgio Mottola“. La denuncia era stata fatta su Facebook dallo stesso Ranucci che aveva riportato anche il testo minatorio: anche il testo delle minacce alla trasmissione: “Vi dovreste vergognare per l’ignobile servizio anti Israele della scorsa settimana. Pulizia etnica da parte dell’esercito israeliano a Gaza? La meriteresti Voi, stile redazione di Charlie Hebdo”.

La Commissione parlamentare Antimafia è intenzionata ad ascoltare in audizione il giornalista.

Ampia e trasversale solidarietà da politica e istituzioni

Unanime la condanna all’attentato da parte del mondo politico e istituzionale. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto pervenire a Sigfrido Ranucci la sua solidarietà, esprimendo “severa condanna” per il grave gesto intimidatorio.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso piena solidarietà al giornalista “e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere”, sottolinea una nota di Palazzo Chigi.

Ferma condanna e messaggi di solidarietà anche dai presidenti di Camera e Senato. “La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia che deve essere sempre difeso e tutelato”, le parole di Lorenzo Fontana, mentre Ignazio La Russa ha parlato di “una vicenda davvero inquietante che condanniamo con forza e sulla quale ci auguriamo che la giustizia faccia rapidamente il suo corso individuando quanto prima i colpevoli”.

Solidarietà social dal ministro Guido Crosetto, che ha parlato di “un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi”. “La libertà di pensiero e di espressione è un principio fondante della convivenza civile”, ha scritto il ministro della Cultura Alessandro Giuli. “Confido nella competenza e nella prontezza delle nostre Forze dell’Ordine”.

Messaggi di sostegno anche dal sottosegretario Alberto Barachini e dalla presidente della commissione di Vigilanza, Barbara Floridia. “Pensare che chi dedica la propria vita alla ricerca della verità debba essere colpito in questo modo fa male”, le parole della senatrice M5S. “Ma siamo certi che nulla potrà fermare la sua voce, né spegnere la luce che il lavoro di Report accende ogni giorno. Chi ha scelto la via della minaccia e della paura dovrà essere trovato e affrontare le proprie responsabilità”.

“L’attentato a Sigfrido Ranucci è un attentato alla democrazia e alla libertà di informazione. Un attacco vile e pericoloso a una persona già sotto scorta per aver svolto il suo lavoro di giornalista d’inchiesta, un attacco che richiede la reazione e la presenza delle istituzioni”, ha detto la segretaria Pd Elly Schlein. “Non possiamo accettare alcuna intimidazione al giornalismo d’inchiesta. Sia fatta piena luce sui responsabili e la matrice di questo gravissimo attentato”, ha chiosato esprimendo la sua solidarietà.
Dello stesso tenore anche i messaggi di Carlo Calenda e Matteo Renzi di Azione e Italia Viva.

Nicola Fratoianni (Avs) ha espresso l’auspicio che le indagini siano veloci. “Il dovere più urgente che abbiamo, soprattutto la politica, è stare al fianco di Ranucci, senza se e senza ma. Ogni mezza frase, ogni parola a metà – ha proseguito – può suonare come tentativo di delegittimazione. E abbiamo purtroppo imparato dal passato recente di questo Paese che non esiste bersaglio più semplice che un uomo lasciato solo”.

“Non conosciamo la matrice, però è chiaro che stiamo parlando di un attentato che riguarda uno dei giornalisti più esposti, che fa un giornalismo serio, che non guarda in faccia a nessuno, anche scomodo per il potere”. “Tant è vero che è stato delegittimato anche, a più riprese, anche in sedi istituzionali”, le parole del leader M5s Giuseppe Conte.
“Non nascondiamo le cose come stanno: Ranucci ha dovuto e deve combattere centimetro per centimetro, per rivendicare la sua libertà di investigazione, per resistere a tutte le querele che anche chi ha i carichi istituzionali fa e gli ha rivolto. “Ci dobbiamo chiedere: Ma è possibile che chi fa giornalismo d’inchiesta debba essere svilito, abbandonato o delegittimato, addirittura da chi rappresenta le istituzioni che dovrebbero proteggerlo?”.

“Quello che preoccupa è il fatto che Sigfrido Rannucci, giornalista scomodo per definizione, è stato delegittimato”, ha chiosato.

Condanna e solidarietà dall’Ue

A Ranucci è arrivato anche il messaggio di solidarietà dalle istituzioni Europee. “La libertà di stampa é il cuore della democrazia. L’Europa non farà mai un passo indietro”, ha scritto Roberta Metsola, presidente del Parlamento Ue.
“Intimidazioni e molestie contro i giornalisti non hanno posto in Europa” le parole del portavoce della Commissione Ue, Markus Lammert. “I giornalisti devono poter svolgere il loro fondamentale lavoro in sicurezza, liberi da minacce e attacchi”, ha aggiunto, ricordando come il tema della protezione dei cronisti sia uno degli elementi chiave dell’European Media Freedom Act.

Anm: attacco a giornalista è attacco alla democrazia

“La nostra piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per l’attentato incendiario di questa notte. C’è viva preoccupazione per quanto successo: un gesto profondamente inquietante perché quando si attacca un giornalista si attacca la democrazia”. Lo sottolinea la Giunta esecutiva centrale dell’Anm.

Agcom: attacco a diritto a un’informazione libera e indipendente

Parole di condanna e solidarietà a Ranucci dall’Agcom. “Si tratta di un atto intimidatorio che, oltre a costituire un gravissimo reato nei confronti della persona, rappresenta un attacco alla libertà di un professionista dell’informazione e al diritto di tutti gli italiani ad un’informazione libera, indipendente e qualificata”, ha rilevato l’authority.

Rai: massima solidarietà per grave e vile attentato

“L’amministratore delegato Rai Giampaolo Rossi e l’intera azienda si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio”. È quanto si legge in una nota diffusa da Viale Mazzini in seguito all’intimidazione subìta dal conduttore di ‘Report’. “Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo”. “La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano. Ogni tentativo intimidatorio contro chi lavora per un’informazione libera e indipendente è un attacco allo stesso Servizio Pubblico”, conclude la nota.

Anche il Cda Rai ha espresso la sua vicinanza a Ranucci per “il violento e vile attentato di cui è stato vittima e respinge con forza e determinazione ogni tentativo di intimidire chi svolge il proprio lavoro al servizio del pubblico”. “Non saranno certo le intimidazioni, che condanniamo in qualunque forma si presentino, a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo. Una realtà troppo spesso “avvelenata” dall’incapacità di costruire dialoghi costruttivi, che ci impegneremo ancora di più a promuovere, contro ogni violenza, contro ogni sterile contrapposizione”.

Il sostegno dei Cdr di tv e stampa

Condanna anche dai Cdr di diverse testate ed emittenti. Di un “gesto vile che colpisce un collega, ma anche un grave attacco alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini a essere informati”, hanno parlato i Cdr di Mediaset. “La libertà di informazione va difesa e praticata ancora di più”, ha scritto sui social il direttore di La7, Andrea Salerno.

Il Cdr del Corriere della Sera ha parlato dell’attentato come di “una violenza inaccettabile in un Paese democratico”, “un attacco al giornalismo libero, al servizio pubblico, e a tutto il mondo dell’informazione che ci riporta indietro ad anni bui e dolorosi per la storia del Paese”.
“Un atto vile da stigmatizzare con forza insieme a tutte le intimidazioni a giornalisti e cronisti che si sono susseguite in questi anni. Come giornalisti difenderemo sempre il diritto di cronaca, il diritto di informare e quello dei cittadini a essere informati. Senza una stampa libera non può esserci democrazia”, la conclusione.

Esprimendo affetto e vicinanza a Ranucci, i giornalisti di Tv2000 e InBlu2000 hanno parlato di una “minaccia preoccupante nei confronti di un collega e della libertà di opinione e di stampa sancita dalla Costituzione”.
Parole di condanna anche dal Cdr del Sole 24 Ore. “Nell’epoca in cui il mondo occidentale, culla di democrazia e libertà d’informazione, subisce il fascino dell’autoritarismo, tra governi che si sottraggono alle domande scomode e negano persino gli accrediti ai media che non si fermano alla versione ufficiale dei fatti, hanno rilevato, il giornalismo d’inchiesta è patrimonio da difendere e pratica da incentivare in tutte le redazioni. Perché soltanto la verità ci rende liberi”.

Invita a una seria riflessione sullo stato della libertà di informazione, il coordinamento dei cdr delle agenzie di stampa. “Ranucci e Report sono stati oggetti di una campagna di delegittimazione che richiede una presa di posizione netta della categoria a difesa della democrazia”. Ai sentimenti di condanna, hanno chiesto, “faccia seguito una seria riflessione sullo stato della libertà di informazione nel nostro Paese e l’impegno a garantire il pieno rispetto dell’articolo 21 della Costituzione facendo sì che i giornalisti possano lavorare liberi da ogni intimidazione”.

Sulla stella linea le parole dei Cdr del Fatto Quotidiano e de Ilfattoquotidiano.it che hanno parlato di un “tentativo di intimidazione che riguarda tutto il mondo del giornalismo, chiamato a reagire di fronte a quello che è un attacco alla libertà di stampa”. “Da più parti e per lungo tempo, Ranucci è stato oggetto di una campagna di delegittimazione e di minacce, è ora quindi che alle parole seguano i fatti affinché venga pienamente garantito il dettato dell’articolo 21 della Costituzione”. “La democrazia e il giornalismo indipendente sono inscindibili: l’attentato a Ranucci è un attentato a tutte e tutti noi”, hanno aggiunto.

“Cercare di intimidire un giornalista vuol dire attentare gravemente alla libertà di stampa, che è uno dei pilastri della nostra democrazia”, ha scritto il Cdr di Ansa, aggiungendo la richiesta a Parlamento e Governo “di adottare tutti i provvedimenti di legge e di buona amministrazione necessari a difendere la libertà di stampa e il lavoro dei cronisti”.
“Il giornalismo d’inchiesta espresso al suo miglior livello in Italia dalla redazione di Report e da Ranucci non può essere fermato né da questa né da altre intimidazioni meno gravi ma ugualmente preoccupanti per chi, come tutti noi, ha a cuore la narrazione veritiera delle vicende del Paese, a ogni livello e in ogni settore”, hanno scritto invece i giornalisti di AdnKronos nel loro messaggio di solidarietà.

Condanna anche da Antonio Angelucci, deputato della Lega, e Giampaolo Angelucci editori di Libero, Giornale e Il Tempo. “Ogni atto di violenza o intimidazione nei confronti di chi esercita il diritto di cronaca rappresenta un inaccettabile attacco non solo alla persona, ma ai principi di libertà e democrazia che devono sempre ispirare il confronto civile”, hanno scritto.
“La violenza e l’odio non possono mai trovare spazio nel dibattito pubblico”, hanno aggiunto, esprimendo l’auspicio che episodi così gravi non si ripetano più in un “Paese che deve fondarsi sul rispetto reciproco e sulla libertà di espressione alla base della nostra democrazia”.

Sotrace: ritirare querele contro Ranucci

Via social, da Francesco Storace, ex ministro e presidente della Regione Lazio e ora conduttore su Rai Radio 1 della trasmissione ‘Il rosso e il nero’ è arrivato l’appello a ritirare le querele contro Ranucci. “A mente fredda voglio dire a destra e a sinistra che se un giornalista subisce un attentato, la solidarietà va manifestata soprattutto con un gesto: ritirando qualunque querela contro di lui”.
“Con ciò che è accaduto a Ranucci siamo oltre ogni limite: ed è inaccettabile che da qualcuno di sinistra si punti l’indice contro la destra e che da qualcuno di destra si scriva che Sigfrido se la sia cercata”, ha chiosato.

Usigrai: inquietante salto dopo campagne di odio

“Un attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui”. Inizia così la nota con cui l’UsigRai ha espresso solidarietà a Ranucci e alla sua famiglia.
“Siamo.certi che né Sigfrido né i colleghi di Report si lasceranno intimorire. Saremo sempre al loro fianco affinché possano continuare liberamente il loro lavoro d’inchiesta”, si legge nel testo.
“Abbiamo denunciato in questi mesi come la Rai abbia ridotto lo spazio a disposizione di Report e sopratutto il clima d’odio e insofferenza per le inchieste della redazione. In prima serata su Rai1 si è arrivati addirittura – da parte della seconda carica dello Stato – a definire i colleghi di Report “calunniatori seriali”, senza che né il conduttore né l’azienda prendessero le distanze. Una campagna d’odio contro il giornalismo d’inchiesta che deve finire”.

Unirai: le autorità facciano piena luce

Unirai ha parlato di un “gesto vile e disumano, che avrebbe potuto provocare una tragedia e che colpisce nel modo più odioso possibile: portando la violenza nella vita privata di un uomo e dei suoi affetti più stretti”. “Ci auguriamo che le autorità facciano rapidamente piena luce sull’accaduto e che i responsabili siano individuati e puniti con la massima severità”.
“Davanti a simili atti di barbarie, non ci sono colori né appartenenze: c’è solo la condanna, netta, di chi crede nei valori umani e civili che tengono insieme un Paese”.

Costante: attacco riporta indietro orologio democrazia

La segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, ha parlato di un attentato che “riporta indietro di decenni l’orologio della democrazia in Italia”. È un attentato non solo al collega di Report, ma alla libertà di informazione, all’articolo 21 della Costituzione, ai basilari principi della convivenza civile e di democrazia”, ha rilevato, chiedendo rapidi chiarimenti sull’accaduto.
“L’attentato a Ranucci mostra un salto di qualità nelle azioni contro il giornalismo”, ha rimarcato annunciando che Fnsi, con Usigrai e Stampa Romana hanno organizzato per oggi alle 16 un presidio davanti alla sede Rai di via Teulada. “Per essere al fianco di Sigfrido Ranucci e per dimostrare che per i giornalisti italiani la libertà di informazione è inviolabile”.

Rsf: Italia maglia nera per libertà di stampa tra i big Ue

Ferma condanna è arrivata anche da Reporters sans Frontières. Quello subito da Ranucci, ha rilevato il responsabile europeo Pavol Szalai in una dichiarazione rilasciata all’Ansa, è stato “l’attacco più grave contro un reporter italiano in questi ultimi anni”. “Oggi la sua vita è in pericolo”, ha aggiunto ricordando anche le querele ricevute dal giornalista.

Partendo dall’episodio Szalai ha ricordato come l’Italia sia “retrocessa di 8 posizioni nell’Indice annuale della Libertà di stampa del mondo dal 2023. Ed è oggi in 49/a posizione su 180 Paesi”.
“Si tratta della peggiore posizione tra le grandi nazioni dell’Unione europea, Polonia inclusa”, ha detto ancora, sottolineando come nel nostro paese i reporter – 20 dei quali sotto scorta – vengano “regolarmente minacciati dal crimine organizzato”. “Sebbene la polizia italiana si sia impegnata a fondo per proteggere i giornalisti che indagano sulla criminalità organizzata e per perseguire coloro che li intimidiscono, il pericolo della mafia è uno dei motivi per cui l’Italia si posiziona così in basso nell’Indice”.

Ma alle minacce della mafia e del crimine organizzato, altro grave problema per la libertà di stampa in Italia sono gli attacchi politici, azioni legali abusive e sorveglianza arbitraria contro i giornalisti.
Il rappresentate della Ong ha ricordato le minacce subite recentemente da Ranucci da attivisti politici a per una puntata di ‘Report’ su Gaza e come il programma sia stato oggetto di diverse querele per diffamazione”. Ranucci stesso ha “espresso timore di sorveglianza arbitraria, come è stato effettivamente il caso dei giornalisti di Fanpage.it”.
“Pur accogliendo con favore la solidarietà espressa a Sigfrido Ranucci dal primo ministro Giorgia Meloni in seguito all’esplosione ci rammarichiamo che il suo capo di gabinetto e il suo schieramento politico tentino regolarmente di screditare il lavoro di Sigfrido Ranucci”.
“Le querele bavaglio (Slapp) sono uno dei pericoli più gravi per il giornalismo italiano e, invece di approvare una legge che protegga i giornalisti dalle Slapp, la maggioranza al potere sta strumentalizzando la legge per cercare di metterli a tacere”.
Per Rsf, l’attuale governo “ha anche minato l’indipendenza dell’emittente pubblica Rai per cui lavora Sigfrido Ranucci. Sebbene il suo programma ‘Report’ non sia stato rimosso, egli ha dovuto giustificarsi – in una procedura che costituisce intimidazione politica – in Parlamento. Lo stesso Parlamento italiano che ha approvato la ‘legge bavaglio’ che ha indebolito il quadro giuridico del libero giornalismo, così coraggiosamente esercitato da Sigfrido Ranucci”.

Sigfrido Ranucci (Foto LaPresse)

Redazione PrimaOnline

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