Politica

Milioni in piazza contro Trump nel secondo “No Kings Day”

Quasi sette milioni di manifestanti sono scesi in piazza sabato scorso in oltre 300 città degli Stati Uniti per protestare contro il crescente autoritarismo del presidente Trump.

Le manifestazioni, che seguono i primi cortei “No Kings” dello scorso giugno, si sono svolte in modo pacifico da costa a costa, con grandi cortei a New York, Washington, Chicago, Los Angeles, Miami, Austin e altre metropoli.

A Times Square, cuore simbolico delle proteste, il Dipartimento di Polizia di New York ha stimato oltre 100.000 partecipanti con cartelli con scritte come “La Costituzione non è opzionale” e “Nessun re, solo democrazia”.

“Ci dà speranza essere qui”

Tra i manifestanti, anche volti noti del mondo culturale e accademico. Beth Zasloff, scrittrice freelance, ha spiegato le ragioni della sua partecipazione alla BBC: “Mi sento indignata e angosciata per una deriva verso il fascismo e un governo autoritario… Mi dà speranza essere qui con tante, tante altre persone”.

Accanto a lei, Massimo Mascoli, 68 anni, italiano residente in New Jersey, ha detto di riconoscere nella situazione americana echi di un triste passato europeo: “Siamo su una brutta strada. Io in Italia ci sono cresciuto. Ora qui non possiamo più contare sulla Corte Suprema, sul Congresso o sul governo. Perciò stiamo lottando”.

Un movimento in crescita

Stando agli organizzatori del movimento, le proteste in agenda per sabato 18 ottobre sono state 2600 in ogni stato americano e in altri 18 paesi.

“Stiamo partecipando all’attività più americana che ci sia: unirci in una protesta pacifica contro il nostro governo”, afferma Leah Greenberg, cofondatrice e co-direttrice dell’organizzazione progressista Indivisible, arrivata apposta ad Albuquerque nel Nuovo Messico per dire no alla “corruzione di questa amministrazione, al suo autoritarismo e ai suoi attacchi ai nostri vicini e ai nostri diritti”.

 “Le minacce di Trump contro le proteste sono un classico esempio del manuale autoritario: creare paura, minacciare, cercare di farci indietreggiare preventivamente”, ha aggiunto.

Anche a Chicago – dove Trump ha recentemente mandato truppe della Guardia Nazionale in un più ampio piano di militarizzazione delle città democratiche – ci sono state proteste di massa.

“Non avremo alcuna paura, se non quella di ciò che ci accadrà se non ci mobilitiamo”, ha detto Byron Sigcho-Lopez, consigliere comunale del 25° distretto di Chicago.

Trump: “Io non sono un re”

Il presidente Donald Trump ha risposto indirettamente alle manifestazioni in un’intervista a Fox News, andata in onda domenica. In un estratto diffuso in anteprima, ha dichiarato: “Un re! Non è uno scherzo… mi chiamano re. Io non sono un re”.

Successivamente invece ha risposto con un video generato con l’intelligenza artificiale in cui pilota, con una corona in testa al posto del casco, un caccia con la scritta “King Trump”, e sgancia liquami sui cortei.

Il post con un frame dal video pubblicato su Truth dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, realizzato con l’IA, in cui a bordo di un caccia militare cosparge di un liquido marrone i manifestanti delle iniziative ‘No Kings’, 19 ottobre 2025. Nel video il tycoon, che indossa una corona, è al timone di un jet con scritto ‘King Trump’. Il caccia sorvola una città, dove per strada è in corso un corteo: l’aereo di Trump ‘bombarda’ i manifestanti con quelli che sembrano liquami. +++ ATTENZIONE: L’ANSA NON POSSIEDE I DIRITTI DI QUESTA FOTO CHE NON PUO’ ESSERE PUBBLICATA SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++ NPK +++

Nessuna violenza

Nonostante la forte mobilitazione e le tensioni politiche, le proteste – contro, tra gli altri, la riduzione dell’autonomia delle agenzie federali, il rafforzamento dei poteri presidenziali, l’uso personalistico della magistratura per colpire oppositori politici, i tagli sanitari, controllo mediatico, ecc. – si sono svolte in modo pienamente pacifico.

In Texas, Virginia e Kansas, i governatori repubblicani avevano attivato la Guardia Nazionale in via precauzionale, ma in molte città – inclusa Washington, DC – le truppe non sono state visibili.

A Austin, Texas, circa 30.000 persone hanno marciato senza incidenti.

A Washington, tra i cartelli spiccava uno con la scritta “Io sono Antifa”. “È una parola carica, ma per me significa solo che sostengo la pace, l’assistenza sanitaria, un salario vivibile. Trump sta cercando di manipolarci tutti — ma non funziona” ha commentato Chuck Epes, un anziano manifestante

Secondo il senatore democratico del Connecticut Chris Murphy, l’affluenza potrebbe segnare un record storico, attestandosi come “la più grande protesta pacifica della storia americana”.

La risposta alla destra e solidarietà globale

Agli oppositori di destra che hanno definito i cortei di sabato “manifestazioni di odio contro l’America”, il senatore del Vermont Bernie Sanders ha detto alla folla riunita a Washington: “Non siamo qui perché odiamo l’America, siamo qui perché l’amiamo”.

Le proteste hanno superato i confini americani con cortei di solidarietà a Berlino, Madrid, Roma, Londra – dove centinaia di persone si sono radunate davanti all’ambasciata statunitense, esponendo cartelli come “Hands off democracy” e “No Trump, no kings” – e Toronto.

Americani divisi

Secondo un sondaggio Reuters/Ipsos pubblicato nei giorni precedenti alle proteste, il 58% degli americani disapprova l’operato di Trump, mentre solo il 40% lo approva.

La preoccupazione condivisa tra i cittadini è per la tenuta democratica degli Stati Uniti.

Foto (ANsa): proteste 18 ottobre 2025

Paola Cavaglià

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