Comunicazione

Sinner rinuncia alla Davis. Delusione di big e FITP. La sua reputazione traballa

Jannik Sinner non giocherà le Finals di Coppa Davis, in programma a Bologna dal 18 al 23 novembre.

Lo ha annunciato ieri il Capitano azzurro di Davis Filippo Volandri. “Jannik Sinner non ha dato la sua disponibilità per il 2025 – spiega a Supertennis – La Coppa Davis è, e resterà, sempre casa sua e sono certo che Jannik tornerà presto a far parte della squadra”.

Sinner: scelta difficile, averla già vinta ha avuto un peso

“L’importante è partire bene nel 2026 con l’Australian Open e una settimana in più di preparazione cambia. E’ stata una scelta difficile rinunciare alle Finals di Coppa Davis, di sicuro il fatto di averla vinta già due volte ha avuto un suo peso”. Il numero 2 del mondo Jannik Sinner spiega così, al microfono di Sky Sport da Vienna dove questa settimana parteciperà al torneo Atp 500, la rinuncia a partecipare alle Finals di Coppa Davis.

Le reazioni

Panatta: alla Davis non avrei mai rinunciato, Sinner poteva fare uno sforzo. Il tennis è da ripensare complessivamente

“Io alla Davis non avrei mai rinunciato, e se qualcuno della squadra l’avesse fatto, sarebbero stati i compagni e il capitano, prima ancora della federazione, a chiedere spiegazioni nel modo più duro possibile. Ma non è mai successo”. Lo scrive Adrian Panatta in un intervento sul “Corriere della Sera”, premettendo che “ci sono situazioni in cui mi sento un dinosauro parlante, e commentare la decisione di Jannik Sinner di non giocare la Final Eight di Coppa Davis è una di queste”. “A me e a Paolo, a Corrado e Tonino, e prima di noi a Pietrangeli e a tutti gli altri, non sarebbe nemmeno passato per la mente. Ma la Davis era al centro dei nostri programmi, le altre scelte ruotavano intorno a essa. Oggi non è più così. Posso dire a Sinner che mi dispiace, che fossi stato in lui uno sforzo l’avrei fatto, che sarebbe stato utile anche per tirarsi fuori dalle polemiche che di sicuro prenderanno fuoco. Ma posso dargli torto quando viene a dirci che l’unica priorità è cominciare bene il 2026 e che una settimana di riposo o di lavoro, alla fine, fa la differenza?”. “Il tennis odierno esige dai tennisti un atteggiamento di adesione completa, quasi di devozione. I giocatori sono i Ceo delle aziende che portano il loro nome. Sono come militari che devono preparare una missione. Sinner di Davis ne ha vinte due, ora ha bisogno di una pausa per rilanciare le proprie ambizioni: vincere negli Slam, battersi alla pari con Alcaraz, riprendersi il numero 1. Queste sono le sue priorità. Sarebbe stato più facile se il tennis avesse colto i cambiamenti in atto, nei modi di essere dei giocatori soprattutto. La finale di Davis è troppo vicina alle Finals, il calendario non l’aiuta di certo. È un tennis da ripensare nella sua complessità, non per compartimenti stagni. Quando lo faranno, non sarà mai troppo tardi”.

Pietrangeli: scelta incomprensibile, schiaffo al Paese

La rinuncia alle Finali di Coppa Davis di Jannik Sinner “non è bella. Mi dispiace molto, anche per lui. Si mette in fila dietro a quelli che pensano solo ai soldi e non ai tifosi” Lo Dice Nicola Pietrangeli, intervistato da “Repubblica”. E non c’entra la classifica Atp: “sinceramente non capisco. Rimane comunque numero due, potrà tornare numero uno, ha molti punti, ha molto tempo, molti tornei, cosa cambia? Una scelta incomprensibile, Non è una cosa buona rinunciare alla maglia azzurra. Può farlo, nessuno è obbligato. Una volta si faceva, magari qualcuno mandava un certificato medico. Non so per quale motivo ha preso questa decisione, ma avrebbe dovuto comunicarla a inizio stagione. Dire: sento pressione, devo pensare a me, non me la sento. Non farlo sapere all’ultimo, meno di un mese prima. È una questione di coscienza. Neanche di soldi. Ormai gli zeri ai suoi livelli non bastano più. Ha guadagnato milioni e milioni”. Volandri dice: porte aperte in futuro. Da ex capitano condivide? “Cosa deve fare Volandri? Non può punirlo. È il numero uno. Deve incassare, fare il buono e sperare che Sinner ci ripensi”, magari “ci farà una sorpresa. Spero fino all’ultimo. Me lo auguro. Chiunque faccia sport aspira alla Nazionale. E la Davis è un campionato del mondo. Non c’è niente di meglio che giocare per il proprio Paese” Però Sinner pensa già al 2026, difficile faccia marcia indietro “Non riesco a trovare una logica. È il suo momento. È all’apice, tutti lo vogliono, tutti lo amano. Una delusione per tutti noi. Questo è uno schiaffo al Paese”.

Barazzutti: io in Davis ho sempre giocato

Cinquant’anni fa sarebbe stato impensabile rifiutare una convocazione per rappresentare l’Italia in Coppa Davis? “Non credo, ma io parlo a titolo personale. Per quanto mi riguarda ho sempre giocato, a meno che non avessi problemi fisici che mi impedissero di farlo”. Ha esordito così Corrado Barazzutti al microfono di Radio1 Sport Rai, commentando la rinuncia del numero 2 al mondo a giocare le prossime finali di Davis a Bologna. “Siamo di fronte a una scelta assolutamente rispettabile”, ha continuato l’ex capitano di Davis, “negli ultimi anni Sinner ha dato la sua disponibilità a giocare e negli ultimi due Jannik è stato decisivo per la conquista della Coppa. Se per qualsiasi ragione, di programmazione personale o altro, Sinner quest’anno decide di non rispondere alla convocazione, la scelta va rispettata, considerando soprattutto quello che ha fatto e sta facendo per l’Italia. Ha dimostrato più di una volta il suo attaccamento alla maglia della Nazionale quindi se un anno rinuncia – come, tra l’altro, hanno già fatto tanti suoi colleghi – be’ non vedo perché non rispettare questa decisione”. “L’attaccamento di Jannik alla maglia della Nazionale è indubbio” ha concluso Barazzutti, “lo ha dimostrato con partite incredibili nelle quali ha fatto rimonte impressionanti. Lo ha dimostrato andato a giocare la Davis subito dopo avere partecipato a un Master. Lo ripeto, ha dato un contributo importante alla conquista di queste due Insalatiere. Se lui, ora, considera quella settimana importante per la preparazione, direi che può permettersi tranquillamente di saltare una Coppa Davis. Capisco che gli appassionati siano dispiaciuti, capisco che la Federazione sia più che dispiaciuta, ma bisogna rispettare anche quelli che sono programmi e obiettivi diversi”.

Bertolucci: la Davis conta sempre meno

“Era nell’aria che dopo averla vinta due volte, quest’anno non l’avrebbe giocata. Negli ultimi anni tanti abbiamo visto spesso grandi giocatori rinunciare a scendere in campo, da Federer a Djokovic, fino a Nadal e Alcaraz”. Così all’Adnkronos l’ex capitano azzurro di Coppa Davis Paolo Bertolucci in merito alla rinuncia di Jannik Sinner a giocare le Finals di Coppa Davis in programma dal 18 al 23 novembre a Bologna. “Nel tennis moderno la Coppa Davis conta sempre meno, è diventata una competizione secondaria -sottolinea Bertolucci vincitore della Coppa Davis da giocatore nel 1976-. Contano gli Slam, sono quelli che i grandi giocatori vogliono vincere. Poi ci sono i Masters 1000 che fanno da preparazione agli Slam e sono comunque importante perché danno soldi e punti per il ranking. La Davis viene dopo, quella di Sinner non è la prima né l’ultima rinuncia che vedremo”.

Binaghi: decisione dolorosa, ma la rispettiamo

“Comprendiamo e rispettiamo la decisione di Jannik, per noi comunque molto dolorosa, che arriva al termine di una stagione lunga e intensa, nella quale ha ancora una volta dimostrato di essere un punto di riferimento straordinario per tutto il movimento tennistico italiano”. Così il presidente della Fitp Angelo Binaghi in merito alla rinuncia di Jannik Sinner a partecipare alle Finals di Coppa Davis. “La Coppa Davis rappresenta per lui – e per tutti noi – un simbolo di orgoglio e di appartenenza, e siamo certi che tornerà presto a indossare la maglia azzurra con la stessa passione e determinazione di sempre -aggiunge Binaghi a Supertennis-. Allo stesso tempo, voglio sottolineare la grande fiducia che riponiamo nel gruppo guidato da Filippo Volandri: una squadra solida, unita, capace di trasformare ogni difficoltà in un’ulteriore spinta. I nostri ragazzi hanno già dimostrato di poter raggiungere traguardi straordinari insieme, e sono convinto che anche questa volta sapranno onorare al meglio i colori dell’Italia”.

Quanto impatta la decisione di non partecipare alla Davis sulla reputazione di Sinner?

“La decisione di Sinner di non partecipare alla coppa Davis ha suscitato in rete un grande dibattito, in queste ore nel nostro Osservatorio Top Champion Reputation che misura la reputazione dei principali sportivi in Italia (di cui ha scritto anche Primaonline, NDR), stiamo osservando un picco di conversazioni su Sinner con oltre 1,6 K contenuti nelle ultime 24h (+287,7% rispetto al giorno precedente)”, spiega Andrea Barchiesi, Fondatore e Ceo di Reputation Manager.

“Al momento si registra una grande polarizzazione tra chi lo attacca accusandolo di giocare solo per se stesso e di non rappresentare più il tennis di un tempo e chi lo difende sostenendo che ogni scusa è buona per metterlo in discussione. Attualmente predomina il sentiment negativo (51,8%) su quello positivo (22,5%) e neutro (25,7%). In questi mesi di osservazione abbiamo visto però come la sua sia una reputazione molto resiliente, è primo in classifica con un distacco di oltre 50 punti rispetto a chi lo segue, non ritengo che questo caso potrà incidere significativamente nel lungo periodo, ma vediamo come evolve la vicenda. La reputazione non è mai data da un singolo istante, ma da una somma di momenti nel tempo.”

Jannik Sinner (foto LaPresse)

Roberto Borghi

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