“Google ha favorito illegalmente i propri servizi di tecnologia pubblicitaria a scapito dei concorrenti, degli inserzionisti e degli editori online”. Lo ha dichiarato la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, Teresa Ribera, intervenendo in Aula a Strasburgo durante il dibattito ‘La decisione di imporre una multa a Google: difendere la libertà di stampa e dei media nell’Ue’.
“Il suo comportamento ha determinato prezzi più elevati per gli inserzionisti e una riduzione dei ricavi per gli editori pubblicitari, come i media”, ha spiegati Ribera. Tanto che la Commissione ha concluso che “le pratiche di Google sono illegali ai sensi delle norme Ue sulla concorrenza e ha imposto una multa di 2,95 miliardi di euro“.
Alla sanzione si è aggiunta anche una richiesta di interventi di correzione non solo in Europa. “Abbiamo anche chiesto di porre fine a questo comportamento illegale: ora l’azienda deve presentarci i propri piani per farlo. Se non riuscirà a elaborare un piano fattibile, potremmo imporre un rimedio adeguato”, ha continuato Ribera.
“Vogliamo che Google adotti un’azione correttiva su entrambe le sponde dell’Atlantico per risolvere questo conflitto di interessi. Questo è il messaggio che ho trasmesso alla controparte statunitense durante il mio recente incontro a New York. Le nostre squadre tecniche sono rimaste in stretto contatto man mano che ci avvicinavamo alla fase finale. La nostra decisione non è isolata: come sapete, il nostro Rulebook digitale e, in particolare, il Dsa sono concepiti per garantire una maggiore trasparenza nella pubblicità online”, ha concluso.
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