Editoria

Giornalisti e politici al sit-in per libertà di stampa. Ranucci: se bomba voleva zittirci hanno sbagliato

La manifestazione indetta dal M5s a piazza Santi Apostoli per la libertà di stampa dopo l’attentato sotto casa del giornalista Sigfrido Ranucci ha visto alternarsi dal paco diversi interventi, misti in streaming e presenza, di giornalisti, politici e esponenti della società civile: da Milena Gabbanelli a Marco Travaglio, da Francesco Cancellato a Riccardo Iacona, da Lirio Abbate a Federico Cafiero De Raho a Roberto Scarpinato.

VIDEO – L’intervento di Sigfrido Ranucci

Ranucci: ricevuta solidarietà da governo e Meloni; alcune denunce ritirate, buon segnale per democrazia


Sigfrido Ranucci ha ricevuto chiamate di solidarietà dal governo, inclusa Giorgia Meloni. Lo ha detto lui stesso a margine della manifestazione per la libertà di stampa lanciata dal M5S in piazza Santi Apostoli, a Roma.
Inoltre, ha aggiunto di avere “ricevuto decine di querele temerarie, ne sono arrivate altre due anche oggi. Ho ricevuto denunce e querele da mezzo governo, ma alcune di queste sono state ritirate: un bel segnale per la democrazia”.
“Libertà di stampa significa poter informare concretamente la gente, e lottare per consegnare alle future generazioni un mondo migliore e questo lo dobbiamo fare quotidianamente nel nostro piccolo”. Lo ha detto Sigfrido Ranucci arrivando sul palco della manifestazione per la libertà di stampa lanciata dal M5S in piazza Santi Apostoli, a Roma. Il conduttore di Report è stato accolto dall’ovazione del pubblico nel nome di “Sigfrido, Sigfrido” e ha fatto salire con sé la sua squadra di giornalisti.
“Vorrei condividere con voi un piccolo episodio che mi è accaduto a Modena – ha proseguito -. Una madre mi ha consegnato la lettera della figlia, morta la settimana prima. Una ragazza di 20 anni, a Modena per tentare di curarsi perché nella sua regione non aveva l’assistenza necessaria. Ha passato gli ultimi due anni della sua vita a vedere Report. La lettera ringraziava me e la mia squadra per il bene fatto”.
Per Ranucci “non bisogna perdere occasione ogni giorno per fare qualcosa per gli altri. Diffidate dei politici che non rispondono alla stampa, dal senso di disprezzo nei confronti del pubblico, che scappano, non si assumono le proprie responsabilità di fronte a una squadra che se le assume sempre – ha aggiunto -. Invito ad avere il coraggio di prendere le vostre scelte. Non so chi ha messo quell’ordigno. Se il tentativo era quello di zittire me o la mia squadra ha sbagliato obiettivo. Non so se fosse per inchieste future o passate, ma quella bomba davanti casa del coordinatore di Report (da anni non faccio inchieste) riguardava un’inchiesta che potrebbe aver fatto ciascuno di loro (indica i colleghi dietro di lui, ndr). Vanno protetti anche loro”.
“Qualcuno ha pensato anni a delegittimare sempre di più magistratura e giornalisti”, ha proseguito, per poi citare leggi “come quella che prevede il carcere per i giornalisti che fanno il loro lavoro con documenti illecitamente raccolti”, cosa che “tecnicamente anche noi abbiamo fatto”.
“Il nostro Paese – ha dichiarato – è talmente abituato a convivere con la propria politica che possiamo permetterci di avere politici che fanno spiare i giornalisti” per poi “essere rieletti, mandati in Europa, candidati come presidenti delle Regioni. Abbiamo il record mondiale di politici che denunciano i giornalisti. E dovremmo rafforzare i giornalisti locali, loro sono sotto pressione di imprenditori, criminali, politici locali che spesso sono tutti e tre una persona sola. Dovremmo approvare una legge sulle liti temerarie perché quella attuale non è sufficiente”.

Travaglio: isolamento giornalisti non da politica ma da stampa


“L’attentato era contro Sigfrido, dopo poche ore sembrava riguardasse tutto il giornalismo o una parte politica. Questo è un delitto che ha una vittima sicura, ed è Report e Sigfrido. Non sappiamo chi siano gli autori, possiamo immaginarci il movente e a quante persone ha pestato i piedi, credo il movente siano le domande indiscrete e le notizie proibite. Questo è un bene precisarlo perché l’isolamento dei giornalisti non viene dalla politica, quando il politico malsopporta il giornalista per lui è una medaglia”. Lo ha detto Marco Travaglio nel corso del suo intervento alla manifestazione per la libertà di stampa a Roma. “Quello che è preoccupante non è quando arriva dai potenti, l’isolamento, ma dai colleghi, penso ad Assange – ha aggiunto -. Solamente perché faceva il mestiere nostro meglio di noi. E alla fine ha dovuto confessare un reato che non aveva commesso”. Per Travaglio “il problema non è più la censura, ma l’autocensura, quando fu cacciato Santoro dalla Rai non c’è nessuno che abbia fatto un minuto di sciopero. Se viene cacciato un giornalista famoso che difesa potrà avere il giornalista locale che si mette contro il sindaco, l’imprenditore locale. Noi nei confronti di Report ne abbiamo visto tanto di isolamento”, come “quando si trattava un tema come gli effetti collaterali dei vaccini e allora Report fu considerato No Vax”. “L’isolamento – ha dichiarato – lo creiamo noi colleghi aiutando la gente a considerare Ranucci e la squadra non come da premiare ma come strani, malati, che fanno il contrario del loro mestiere. Ma il loro mestiere è quello che fa Report”. Travaglio ha rilanciato la necessità di ritirare le querele nei confronti di Ranucci e di leggi più tutelanti nei confronti dei giornalisti. “Non ci dev’essere l’immunità per i giornalisti – ha concluso – ma nemmeno per i politici”, che “querelano quando si scrive di loro” ma poi “diffamano” i giornalisti.

Scanzi: Meloni non fa un’intervista vera da 78mila anni, vedo sfilza di lacrimatori per finta


“Quando è uscita la notizia” della bomba davanti casa di Sigfrido Ranucci, “oltre a mandare un messaggio a Sigfrido, ho provato tanta rabbia. Perché ricordo cosa è stato detto contro Report e Ranucci”. Lo ha detto Andrea Scanzi.
“Quando vedo questa sfilza di lacrimatori per finta comparsi dopo l’attentato, coltivo la memoria e ricordo – ha aggiunto -. Giorgia Meloni ha dichiarato la sua solidarietà, ma è la stessa Giorgia Meloni che non fa un’intervista vera da 78mila anni. Non puoi fare la stessa cosa, esprimere solidarietà e fare l’opposto”.
Scanzi ha poi citato “La Russa, uno dei tanti che ha querelato Ranucci. Ma solidarietà di che? Ritirate la querela. Potrei fare i nomi di Santanchè, Giorgetti, Gasparri. Qua dietro ci sono i leader del campo largo, bene che ci siano, credo di debba ripartire da loro. Ma attenti – quando si parla di attacchi a Ranucci e Report c’è una lunga lista dal centrosinistra. Mi ricordo gli attacchi sistematici di Renzi. Ovviamente ci mettiamo anche Calenda, mi ero dimenticato”, ha scherzato concludendo.

Sigfrido Ranucci (Foto Ansa)

Redazione PrimaOnline

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