Facebook non fornisce alla polizia postale informazioni sui propri utenti nel corso di indagini sui reati di diffamazione per le cosiddette “gogne social” con insulti e minacce. È quanto afferma la stessa polizia postale in una annotazione di servizio redatta nell’ambito di un procedimento trattato dalla procura di Torino (che ha chiesto l’archiviazione della pratica per impossibilità di risalire all’identità degli autori dei commenti). Il rapporto informa che di norma Facebook chiede l’attivazione di una rogatoria specifica.
Come riporta Ansa, gli investigatori sottolineano che in assenza dei dati (i cosiddetti “files di log”) è possibile talvolta associare un account a una persona fisica, che però potrebbe non essere necessariamente responsabile del commento in questione.
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