Una valutazione complessiva di 31 miliardi di euro, inclusi almeno 10 miliardi di debito. E’ il “prezzo giusto” che Vivendi attribuisce alla rete di Tim, secondo quanto riferiscono fonti vicine ai francesi citate dall’agenzia Reuters.
Primo socio della telco, con il 23,8% del capitale, Vivendi – sostengono sempre le stesse fonti – non avrebbe intenzione di cedere la propria quota nella società dei servizi che nascerà dalla possibile vendita della rete a Cdp e ai suoi alleati, nell’ambito della fusione con Open Fiber.
La piena valorizzazione della rete è tra i “punti fermi” che Vivendi intende far valere, riferiscono i francesi. Si tratta di un valore superiore a quello abbozzato da alcuni analisti finanziari all’indomani della firma del memorandum of understanding tra Tim e Cdp per la creazione della rete unica.
D’altra parte sul punto il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine era stato molto chiaro, in un’intervista a fine maggio: “Vivendi non appoggerà mai la cessione della rete ai valori” compresi tra 17 e 21 miliardi ipotizzati dagli analisti.
Lo scorporo è sì “l’opzione che potenzialmente creerebbe più valore per Tim” ma “se il reale valore non fosse riconosciuto, dato che siamo un investitore industriale di lungo periodo, siamo pronti a valutare altre opzioni capaci di rivelare tutto il potenziale di Tim”, aveva detto, definendo Vivendi “il più forte difensore degli interessi di Tim in questa partita”.
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