Il Guardian ha formalizzato la decisione di mettere in vendita l’Observer, sua edizione della domenica e storica testata che si fregia del titolo di “più antico giornale domenicale del mondo”.
La decisione dell’editrice Gmg (Guardian Media Group) è stata ripresa sul sito della testata. Trattative formali sarebbero in corso con Tortoise Media, sito internet d’informazione e approfondimenti fondato nel 2019 dall’ex Bbc James Harding e da Matthew Barzun, ex ambasciatore statunitense nel Regno Unito.
Nessun dettaglio sulle cifre potenziali, anche se – stando a Sky Uk – Tortoise Media potrebbe essere pronto a investire 25 milioni di sterline sul settimanale nei primi 5 anni di proprietà.
L’editore, si legge sempre sul Guardian, avrebbe ricevuto “un’offerta sufficientemente importante” da meritare di essere valutata per “preservare il futuro” della testata principale del gruppo, vale a dire il Guardian appunto.
In ogni caso, l’obiettivo dichiarato da Anne Bateson, direttrice generale di Gmg, è quello di snellire l’azienda per “concentrarsi su una strategia di crescita” mirata a far diventare il quotidiano “ancora più internazionale, più digitale e sempre più finanziato dai suoi lettori”.
Si tratta, rileva Ansa, dell’ennesimo progetto di ristrutturazione e ridimensionamento nel settore dei giornali britannici, soggetti a una crisi di tirature comune a tutto il mercato globale del cartaceo, seppure con numeri di lettori tuttora decisamente superiori e più resistenti rispetto ad altri Paesi, Italia inclusa.
Preceduto già diversi anni fa da operazioni come il passaggio del Times e del Sunday Times sotto il controllo del colosso mediatico che fa capo a Rupert Murdoch; o, più di recente, dall’annuncio della vendita per debiti del Telegraph e del Sunday Telegrah (corrispettivi del Guardian d’orientamento conservatore), messi sul mercato assieme al settimanale Spectator, e oggetto del desiderio di cordate comprendenti investitori stranieri, come il fondo di Abu Dhabi con l’americano RedBird.
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