Il Festival Manu Scribere, dalle lettere a Giulietta alla nuova rivista scritta a mano

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Se la terza edizione del festival della Scrittura a mano, dal 27 al 29 settembre scorsi a Bologna, ha scelto un tema decisamente accademico ”Scrivere la storia” che ha relativamente limitato il numero di partecipanti, la quarta edizione, che è già stata programmata per il 19-21 settembre 2025, tratterà un argomento decisamente più intrigante, “Il Crime e il Noir e la scrittura”.

Il festival, che ha come oggetto fondante sostenere la richiesta di dichiarare la scrittura a mano patrimonio dell’umanità, chiedendo all’Unesco di proteggere in particolare la scrittura in corsivo, è organizzato dall’Associazione Grafologica Italiana (Agi) presieduta da Guglielmo Incerti Caselli, una delle associazioni più importanti di una professione riconosciuta dalla legge 4 del 2013, con sponsor tecnici Aurora e Moleskine e numerosi patrocini, Regione Emillia-Romagna, Comune di Bologna, Biblioteche Bologna, Bologna Estate, la Fondazione Lucio Dalla, la commissione nazionale italiana per l’Unesco, le Università di Bologna, Urbino e Trento, il Museo della Scuola, l’Accademia della Crusca. Media partner Rai Cultura.

L’iniziativa, fra l’Archiginnasio, la sala Borsa in piazza Nettuno, l’Oratorio San Filippo Neri e il teatro di Villa Aldrovandi Mazzacorati, ha chiamato a raccolta non solo gli stessi grafologi, ma anche docenti, studiosi, appassionati e curiosi invitati ad assistere a due spettacoli, altrettanti laboratori di calligrafia, uno per bambini e uno di scrittura araba, e una due-giorni di convegno. “Siamo consapevoli”, scrivono gli organizzatori nel sito manuscribere.it, “che tecnologia e mondo del digitale siano ormai una realtà imprescindibile, intento del festival è quello di integrare e far convivere le due modalità comunicative: manoscrittura e web writing”.

L’evento bolognese, per chi lo ha seguito dal vivo, è stata occasione di scoprire le realtà più diverse, dall’esistenza di un “Club di Giulietta” che da Verona risponde alle lettere che arrivano al personaggio shakespeariano all’archivio Ligure della scrittura popolare che conserva le lettere dei migranti dell’Ottocento e dei soldati della Prima Guerra Mondiale, ma anche della ricchezza di iscrizioni trovate nei progetti di ricerca archeologica in Tunisia, con l’ex direttore del Bardo di -Tunisi Moncef Ben Moussa ospite d’onore, oppure del fatto che nelle scuole svedesi dopo la sbornia digitale si è tornati indietro a carta e penna. Appassionata la difesa degli appunti a mano – in cui ogni articolo già nasce – del vice direttore del Resto del Carlino Valerio Baroncini ed eccezionale l’esperienza appena cominciata a Dipartimento di Lettere e filosofia dell’Università di Trento raccontata da Adriana Paolini, ricercatrice di Paleontologia e direttrice del progetto: una intera rivista semestrale, Digiti, di cui si sta realizzando il terzo numero, con interventi di studenti, dottorandi e docenti sul tema prescelto (il primo numero sul movimento, il secondo sui tempi, il terzo sui cinque sensi, in cui ogni articolo è scritto rigorosamente a mano e poi riprodotta in rare copie su carta, con le pagine assemblate anch’esse a mano, ma diffusa anche gratuitamente anche in Pdf. Per saperne di più https://teseo.unitn.it/digiti.

E se le presenze al festival avrebbero potuto essere di più, la redempion mediatica è stata ottima, dalla stampa locale, Resto del Carlino, Coriere di Bologna, Radio Budrio al web, fino a Panorama, Il Venerdì di Repubblica, L’Inkesta, Italia Oggi, Avvenire, Il Manifesto, Rai Radiodue e Gr Parlamento. Senza contare le centinaia di passanti e di visitatori degli edifici storici in cui si è svolto il festival che hanno lasciato su una serie di Moleskine la loro testimonianza, rigorosamente scritta a mano.