Le sue parole non si possono dimenticare
‘’Dipingere un Papa come una sorta di Superman, una specie di star, mi pare offensivo. Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale.’’ Cosi Papa Francesco, intervistato dall’allora direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, rispose sulla cosiddetta ‘’Francescomania’’, arrivata a interpretazioni svianti, che respinse con decisione.
Ma è indubbio che la novità del suo pontificato sia stata proprio la comunicazione. L’uso di parole semplici, la leggerezza, l’ironia, i gesti naturali hanno reso più efficace il suo parlare alla gente, che non era frutto di una strategia, ma si basava sulla capacità di Papa Francesco di essere sé stesso. Quello che pensava e aveva nel cuore lo esprimeva con un linguaggio schietto, nuovo e anche duro, che ha conquistato non solo i giovani e stupito l’opinione pubblica, con un’amplissima eco presso i media di tutto il mondo.
Ci teneva ad apparire uno di noi con le scelte di vita, come l’alloggio dalle suore di Santa Marta e le frequenti visite nelle parrocchie della periferia romana, dove incontrava giovani, anziani, disagiati e malati. Di fronte ad essi spesso restava in silenzio, esprimendo tenerezza con lo sguardo e il corpo, spesso leggermente inclinato.
Indimenticabili sono rimaste alcune sue frasi facili e dirette: ‘’Buonasera’’ , la prima parola pronunciata dopo la sua elezione; ‘’buon pranzo’’ spesso augurato ai fedeli dalla finestra affacciata su Piazza San Pietro: ‘’non fate i bulli’’, rivolgendosi ai giovani; ‘’questa casa si sta rovinando e danneggia tutti soprattutto i più poveri’’, riferendosi alla necessità di tutelare l’ambiente; ‘’dove ci sono le donne le cose vanno meglio’’, per valorizzare la condizione femminile; ‘’Internet è un dono divino ’’, dimostrandosi attento alla tecnologia; ‘’perché voi e perché non io’’, rivolgendosi ai carcerati pochi giorni prima della sua morte.
Con il suo parlare toccante al momento giusto, in modo che i concetti arrivassero diritto al cuore e alla testa per invitare alla riflessione, affrontava temi cruciali di grande complessità, quali la tutela dell’ambiente, gli sforzi per la pace contro ‘’la terza guerra mondiale a pezzi’’, l’attenzione per i più deboli, il dramma dei migranti, il dialogo con le fedi religiose e il rapporto diretto con i giovani.
Davanti a politici e imprenditori parlò di denaro, definendolo ‘’lo sterco del diavolo’’ quando non è al servizio della vita cooperativa. ‘’Non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini devono comandare sul capitale’’, disse riconoscendo però anche la funzione sociale del denaro, purché con finalità trasparenti.
Lo sviluppo dei social hanno trovato in Papa Francesco un grande seguace, perché era consapevole che la comunicazione digitale lo aiutava ad avvicinare la Chiesa alle persone. La sua presenza sui social media ha superato le decine di milioni di follower, confermandolo leader assoluto. L’ultimo post di Papa Francesco ha invitato a tornare a sperare che la pace sia possibile. Oggi c’è il post ‘’Apostolica sede vacante’’ e allegato il testamento, in cui papa Francesco ‘’dedica’’ la sua sofferenza per la pace e perché i popoli non perdano la speranza.
Anche se non aveva una strategia ‘’studiata’’, Papa Francesco non si risparmiava in nessun campo della comunicazione. Oltre alle numerose interviste rilasciate alla carta stampata, alla pubblicazione di libri e alle presenze televisive, insolite per i pontefici, aveva rivolto una particolare attenzione all’efficienza dell’informazione dei media vaticani e alle loro infrastrutture: Sala Stampa, Editrice Vaticana, Osservatore Romano, Sevizio Internet, Radio, tipografia, telecomunicazioni Telco/ICT e Centro tv, che realizza in esclusiva tutte le immagini che riguardano il Pontefice e che vengono poi rilasciate alla Rai e alle Tv di tutto il mondo.
Alcuni anni fa, in occasione dei 160 anni de ‘’L’Osservatore Romano’’ e dei 90 anni di Radio Vaticana, Papa Francesco si recò di persona nel Palazzo dell’Informazione vaticana. Ai giornalisti sono rimaste impresse le sue parole degne di un esigente azionista di riferimento.
‘’Ci sono tanti motivi di preoccuparsi per la Radio e l’Osservatore, ma io – disse nel suo intervento – ho soltanto una preoccupazione che a me tocca tanto il cuore: quanti ascoltano la Radio, quanti leggono l’Osservatore Romano?…Il pericolo di una bella organizzazione, di un bel lavoro è che non arrivi dove deve arrivare. Un po’ come il racconto del parto del topo: la montagna che partorisce il topolino… Tutti i giorni fatevi questa domanda: a quanta gente arriviamo? A quanti arriva il messaggio di Gesù tramite ‘’L’Osservatore Romano’’? Questo è molto importante, molto importante!
Papa Francesco (foto Ansa)