Dazn in difficoltà con gli abbonamenti, la Ligue 1 che rischia un sempre più clamoroso downgrading, il valore dei diritti tv del calcio oltralpe in rapida transizione verso non si capisce bene quali livelli ed equilibri, l’ipotesi di una piattaforma gestita direttamente dai club. Ricorda un po’ anche le vicende italiane quanto sta accadendo al calcio della massima serie transalpina.

Non arriva a dipanarsi la complessa matassa dei diritti tv della Ligue 1, con Dazn che vuole uescire dal patto con di LPF Media (la media company della lega francese), la controparte che chiede un risarcimento, ed un mediatore esterno che cerca senza risultati la composizione della querelle. Le trattative sono in corso da mesi ed ora si andrebbe ad una brusca rottura.
Dazn lontana dagli obiettivi ma non dipende solo dalla pirateria
DAZN vuole comunque interrompere la trasmissione del campionato francese sponsorizzato da McDonald’s alla fine della stagione 2024-2025 e ha proposto di pagare 100 milioni di euro per svincolarsi dal contratto, offrendo alla LFP anche la possibilità di esplorare nuove opzioni, tra cui la creazione di un proprio canale/piattaforma.

Nel corso di questi mesi ‘test’ gli abbonamenti di Dazn non sono mai arrivati oltre la soglia dei 500mila, praticamente la metà del milione di sttoscrittori pay che avrebbe in qualche maniera fatto quadrare i conti della piattaforma. Con questi numeri, e senza prospettive che possano crescere, DAZN incamera perdite tra i 200 e i 250 milioni di euro e così ha scelto di uscire dal patto piuttosto che ritentare una strada che non pare poter diventare redditizia.

Tra le opzioni – e Dazn potrebbe essere la spalla tecnica di questa svolta – l’idea della Lega francese di lanciare una propria piattaforma per trasmettere a pagamento le partite, ma con incognite che alla fine chiamano in causa la progressiva perdita di appeal del torneo. La pirateria è un problema anche in questo caso, ma non è l’unico che aggredisce il ‘prodotto’. Indebolito, piuttosto che rinforzato, dalla presenza di un superclub dominatore come il PSG, con la concorrenza delle grandi competizioni europee e mondiali – la Champions League e ora, a giugno, il mondiale per club – che in questi ultimi mesi ha evidentemente ridefinito il valore del campionati locali e probabilmente messo in crisi l’intero assetto del sistema.
Nell’ipotesi di accordo fin qui non andata a buon fine, la Ligue 1 partirebbe dai cento milioni di buonuscita di Dazn e poi dovrebbe trovare direttamente e per proprio conto sul mercato gli abbonati al torneo.
Evidente che – essendo anche in Francia i diritti tv la principale forma di sostentamento dei club – quello che rischia la Ligue 1 (e soprattutto i club francesi fuori dalle coppe) e di dovere riprogettare con budget molto al ribasso la gestione di un massimo campionato che però, vale la pena ricordarlo, continua a rimanere una grande fucina di giovani campioni.