Perplexity AI, motore di ricerca con intelligenza artificiale e rivale di OpenAI, inizierà a pagare gli editori. Secondo la startup con sede a San Francisco, i media partner dell’azienda verranno pagati quando i loro contenuti verranno utilizzato dal browser di ricerca o dall’assistente di IA di Perplexity per rispondere a domande o richieste. “Un modello adatto all’era dell’intelligenza artificiale”, afferma il team della società in un post sul blog.
I pagamenti saranno amministrati tramite un servizio di abbonamento che sarà lanciato nei prossimi mesi, denominato Comet Plus, che Perplexity descrive come un programma che garantisce a editori e giornalisti di beneficiare dei nuovi modelli di business abilitati dall’intelligenza artificiale.
Secondo la startup è stato accantonato un fondo di denaro di 42,5 milioni di dollari da condividere con gli editori e si prevede che crescerà nel tempo. “Poiché il web si è evoluto oltre l’informazione per includere conoscenza, azione e opportunità, i contenuti di editori e giornalisti contano ancora di più”, afferma Perplexity.
Perplexity è una delle startup più in voga della Silicon Valley. Il suo motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale è spesso menzionato come un potenziale pericolo per Google. Anzi, a proposito di Big G, recentemente la startup ha avanzato un’offerta per acquisire Chrome.
Ma la società è stata presa di mira da azioni legali da parte dei media, tra cui il Wall Street Journal, il New York Times e il quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun, sostenendo che la startup trae profitto ingiustamente dal loro lavoro. Una causa accusa Perplexity di aver copiato e riprodotto illegalmente contenuti protetti da copyright dal Wall Street Journal e dal New York Post per alimentare il suo “motore di risposte” basato sull’intelligenza artificiale.
Un modello di condivisione delle entrate da parte di Perplexity costituirebbe un’offerta di pace per gli editori.
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