Agenzie stampa: cosa prevede il Decreto-riforma Barachini

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Non solo contributi, ma un percorso per uno sviluppo di qualità

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, ha firmato il decreto che riforma i criteri di acquisizione di servizi d’informazione da parte della pubblica amministrazione.

Per la prima volta non ci si limita alle procedure di acquisizione di servizi, ma l’intervento del governo punta a mettere ordine nel settore e a sostenerne lo sviluppo, ponendo al primo posto il lavoro giornalistico, che resta fondamentale per la qualità dell’informazione, anche in rapporto alla crescita delle fake news e alla tutela del diritto d’autore, rispetto alle quali si introduce la figura di un Garante indipendente, individuato dalla stessa agenzia.

Il decreto, che ‘Prima’ ha avuto la possibilità di consultare, conferma così l’obiettivo, anticipato da Barachini, di realizzare una riforma organica di un settore dell’editoria giornalistica strategico, come quello rappresentato dalle agenzie di stampa.

Viene istituito presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria un Elenco delle Agenzie di Rilevanza Nazionale che devono assolvere al requisito di almeno 50 giornalisti assunti a tempo indeterminato, tenendo conto che una potenziale adeguata copertura del territorio nazionale necessita di almeno due giornalisti per regione. Inoltre la produzione giornaliera deve essere di almeno 400 lanci-notizia, conteggiando come lancio-notizia un frazionamento non superiore a due.
Non solo. Tra i criteri di accesso all’elenco spicca, da un lato, la posizione sul mercato delle agenzie, il cui fatturato deve, infatti, provenire per la metà da privati; dall’altro, gli standard complessivi di legalità, certificati con il possesso del rating di legalità.

Il decreto prevede anche specifici parametri premianti per incentivare la qualità e l’efficienza delle Agenzie di stampa di rilevanza nazionale quali l’assunzione di giornalisti con una età anagrafica non superiore ai trentacinque anni, la disponibilità all’assunzione di giornalisti in esubero a seguito di ristrutturazioni aziendali o accorpamenti tra Agenzie, programmi di investimento in tecnologie innovative migliorative delle performance e rapporti di collaborazione con Agenzie estere che vanno oltre la mera traduzione e distribuzione di notizie.

Il decreto da peso alla divulgazione presso il pubblico delle fonti di informazioni specializzate ufficiali e per questo fra i parametri si trova anche la frequenza di accesso alle informazioni prodotte dalla Ragioneria generale dello Stato, dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Ocse), dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura  (Unesco), nonché dagli altri organi ed enti pubblici che istituzionalmente producono ed  elaborano informazioni.

Il fabbisogno di risorse destinate alle Agenzie di rilevanza nazionale, viene individuato in misura pari al 65% della media dei corrispettivi degli ultimi cinque anni percepiti dalle Agenzie di stampa, vincitrici della procedura di gara del 2017 (pari dunque al 65% di circa 46 milioni n.d.r)  ed è stabilito che tali risorse debbano essere ripartite sulla base del numero medio dei giornalisti assunti, negli ultimi cinque anni, con contratto a tempo pieno e indeterminato.
L’assegnazione avviene tramite procedura negoziata senza pubblicazione del bando e l’acquisizione riguarda notiziari generali, nazionali, internazionali e regionali, anche di carattere video fotografico.  

Il restante 35% dei 46 milioni è destinato all’acquisizione di notiziari specialistici e video prodotti dalle agenzie, che verranno, invece, assegnati secondo quanto prevede il codice degli appalti, ossia attraverso una gara per importi di una certa rilevanza.

Il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria di Palazzo Chigi fa da centrale di committenza per le altre amministrazioni dello Stato, mentre gli enti locali procedono autonomamente con risorse proprie.

Tutta la ‘’riforma’’ incita il settore all’evoluzione all’insegna dell’innalzamento della qualità, della stabile occupazione e dello sviluppo delle imprese del settore.

Per garantire, inoltre, maggiore certezza di risorse, i contratti, dopo il primo anno, sono tacitamente prorogati – previa verifica della permanenza dei requisiti di ammissione all’elenco – per  non più di due anni, salva la rimodulazione del contributo al modificarsi dei criteri e dei parametri.

Infine il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, al termine della fase transitoria e cioè della prima fase di applicazione che partirà il 1° gennaio 2024, aggiornerà i requisiti minimi e i parametri stabiliti dal decreto per giungere alla formazione di un nuovo elenco delle Agenzie di rilevanza nazionale che tenga conto dell’andamento delle condizioni economiche e di mercato del settore dell’informazione primaria.

Insomma una riforma che comporta un vero cambio di passo cui ha contributo l’analisi puntuale del settore fatta dal Sottosegretario insieme al Comitato, istituito ad hoc dall’articolo 17 del decreto milleproroghe, presieduto dal giurista Sabino Cassese e composta dal magistrato del Consiglio di Stato, Giulia Ferrari, dal giornalista Mario Calabresi, e dai docenti rispettivamente di diritto pubblico e Commerciale, Lorenzo Saltari e Nicolò Ambriani.

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