Discredito reiterato delle forze armate l’accusa per il biologo, cofondatore di Memorial e nuova vittima della repressione Putiniana
Il tribunale di Mosca ha condannato il dissidente Oleg Orlov, già copresidente della fondazione Memorial alla quale è stato assegnato il Premio Nobel per la pace nel 2022, a due anni e mezzo di carcere.
L’accusa e il processo
Biologo, 71 anni, da poche settimane inserito nell’elenco degli ‘agenti stranieri’, Orlov è accusato di aver ripetutamente discreditato le forze militari, con l’aggravante dell’ostilità e dell’odio per l’articolo firmato nel novembre del 2022 per Mediapart, intitolato “Volevano il fascismo, lo hanno avuto”.
Una tesi, quella del regime totalitario e fascista in Russia, che ha ribadito nell”ultima parola’, il discorso che – segnala AdnKronos – ha tenuto a conclusione del processo, prima della lettura della sentenza. Sostenendo tra l’altro di “non avere nulla da rimpiangere o di cui pentirsi”.
Dopo l’inizio della guerra due anni fa, era stato arrestato più volte per le sue proteste individuali nel centro di Mosca. Orlov era stato condannato una prima volta per discredito reiterato delle forze armate russe e multato per 150mila rubli (1.500 dollari) lo scorso ottobre. Il tribunale della città di Mosca aveva poi rinviato il processo alla procura, e, all’inizio del mese gli era stata comunicata la nuova accusa.
Alla prima udienza del secondo processo, – il giorno in cui Alexsei Navalny è morto in detenzione – Orlov aveva rifiutato di difendersi e di chiamare testimoni e periti della difesa, in quello che ha detto di considerare, e come lui tutti gli osservatori e attivisti, un processo ingiusto e per non mettere in difficoltà, dopo il suo inserimento nel registro degli ‘agenti stranieri’, chi sarebbe stato disposto a intervenire per lui, inclusa la sua avvocata. Aveva invece letto alcuni passaggi del ‘Processo’ di Kafka.
Orlov e i suoi avvocati hanno anticipato la loro intenzione di ricorrere in appello contro la sentenza di condanna.
La reazione Ue
L’Unione Europea intanto, ha fatto sapere di essere “scioccata” dalla condanna del dissidente, che “non ha commesso nessun crimine ma ha esercitato il suo diritto costituzionale” di critica all’operato del governo russo. L’Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha chiesto alle autorità russe “il rilascio immediato e incondizionato” di tutti i prigionieri politici e l’abbandono della politica repressiva seguita per reprimere la società civile e le voci indipendenti.
La sentenza di condanna di Orlov, ha sottolineato Borrell, “va contro la legislazione e la Costituzione russa ed ha un’evidente motivazione politica”, esprimendo solidarietà ai russi che “hanno osato far sentire la propria voce e criticare la guerra voluta dalla Russia e che per questo sono stati perseguiti e imprigionati”.
L’appello di Memorial con altre associazioni
Ventotto organizzazioni russe e internazionali per la difesa dei diritti umani, tra cui memorial, hanno diffuso un comunicato congiunto a sostegno di Orlov. “Il processo che si è concluso oggi è una parodia della giustizia e un attacco al diritto fondamentale della libertà di espressione”, hanno scritto esortando gli attori internazionali ad “agire facendo leva sulla propria influenza” a favore dell’attivista.
“Noi, 28 organizzazioni russe e internazionali per la difesa dei diritti umani, condanniamo la sentenza emessa dal Tribunale distrettuale Golovinskij di Mosca nei confronti del co-direttore del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial Oleg Orlov, condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione per aver “leso ripetutamente la reputazione” delle forze armate russe”, si legge nel testo.
Il settantenne Orlov è un attivista che per tutta la vita ha portato avanti la lotta per la difesa dei diritti umani, denunciandone le violazioni e cercando di fare giustizia per le vittime. Il “crimine” che gli viene contestato è l’essersi opposto alla guerra orchestrata dal Cremlino in Ucraina e all’inasprimento delle repressioni politiche in Russia. Il processo a Orlov è una parodia della giustizia e un attacco al diritto fondamentale della libertà di espressione. Lui e i suoi avvocati hanno affermato che si appelleranno contro la sentenza.
Le autorità russe dovrebbero ritirare la sentenza e rilasciare immediatamente Orlov, così come tutti coloro che si trovano in carcere solo per aver esercitato i propri diritti umani fondamentali, come criticare pubblicamente le violazioni del governo. Gli attori internazionali dovrebbero agire facendo leva sulla propria influenza per prosciogliere Orlov e far sì che il governo russo venga dichiarato responsabile di tali gravissime e ripetute violazioni dei diritti umani.
I firmatari della dichiarazione sono: Human Rights Watch, Norwegian Helsinki Committee, Federazione internazionale per i diritti umani, OVD-Info, Front Line Defenders, Civil Society Forum, Public Verdict Foundation, Civic Assistance Committee, Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, Associazione internazionale Memorial, Crew Against Torture (Russia), Stichting Justice Initiative (Russia), Human Rights House Foundation Organizzazione mondiale contro la tortura (OMCT), Comitato di Helsinki per i Paesi Bassi, Movimento degli obiettori di coscienza, Freedom House Citizens’ Watch, International Protection Centre, Centro per la difesa dei mass media (Russia), Istituto Andrei Sakharov, Freedom Files, Polonia, International Partnership for Human Rights (IPHR), Centro per le libertà civili, Ucraina, Centro contro la discriminazione Memorial (Belgio), Centro per i diritti umani Viasna (Belarus’), Comitato di Helsinki per la Belarus’.