Le giornaliste e i giornalisti della Rai, riuniti a Congresso a Milano Marittima, chiedono all’esecutivo Usigrai, nella mozione finale approvata all’unanimità, “di impegnarsi a contrastare ogni forma di condizionamento del lavoro delle redazioni”.
“Lo faccia nel rapporto continui con tutti i cdr a difesa del ruolo dell’informazione del servizio pubblico nei programmi dei generi e delle testate. Portando all’azienda il mandato di tutte le redazioni per l’immediata riapertura di un confronto sul piano dell’informazione della Rai e sugli organici e le assunzioni che devono necessariamente avvenire attraverso selezioni pubbliche come definite negli accordi del 2019 su selezione giusto contratto”.
“I dati di ascolto dei telegiornali sono un campanello di allarme che non può più essere ignorato – si legge ancora nella mozione -. I condizionamenti della politica sulla governance sono nei fatti. La Rai non ha ancora un presidente per lo scontro aperto in commissione di Vigilanza e per questo tre testate si trovano con una direzione ad interim senza che il vertice abbia la forza di imprimere una svolta. Al sindacato chiediamo di adoperarsi per riunire le forze sociali intorno alla richiesta di una legge di riforma della Rai che risponda ai criteri introdotti dall’Europa con l’European media freedom act”.
I cdr e i delegati della Rai esprimono, inoltre, “forte contrarietà per la comunicazione dell’ufficio legale della Rai che nel chiedere il rispetto del decreto legislativo che vieta la pubblicazione delle ordinanze cautelari personali adotta una interpretazione addirittura restrittiva sulla pubblicazione per estratto che mortifica il diritto di cronaca. I cittadini avranno un’informazione meno precisa e accurata. La direttiva europea sulla presunzione d’innocenza, a cui la norma si appella, non può essere un alibi per nascondere fatti e condotte penalmente rilevanti. Chiediamo che il prossimo Esecutivo incontri con la massima urgenza l’ufficio legale per avere chiarimenti su questa comunicazione interna e per far sì che tutti i colleghi del servizio pubblico siano tutelati nella maniera più ampia possibile nell’esercizio del diritto di cronaca”.