“Giro di Posta – Primo Levi, le Germanie e l’Europa” svela un volto sconosciuto dell’autore che ha intrattenuto per decenni un fitto scambio di lettere con interlocutori tedeschi e con un’Europa in fase di ricostruzione
Durerà fino al 5 maggio a Torino, nella Corte Medievale di Palazzo Madama, la mostra promossa dal Centro internazionale di studi Primo Levi che propone il fitto carteggio dello scrittore con – spiega il curatore Domenico Scarpa – “lettrici e lettori comuni di Se questo è un uomo, con il suo traduttore, ex compagni di lager, cacciatori di nazisti e perfino con qualcuno che in Auschwitz stava “dall’altra parte”, cioè tra i nazisti”.
Una vera e propria “rete epistolare” nata dal bisogno dello scrittore di riflettere e dialogare sul significato dell’esperienza della Shoa, della Germania divisa in due blocchi e dal dubbio di non aver capito veramente il popolo tedesco.
La mostra si arricchisce di un significato particolare – sottolinea il direttore di Palazzo Madama Giovanni Villa – perché “nel ’55 Palazzo Madama ospitò una rassegna sul decennale della Resistenza. Levi la recensì in modo amaro, perché non veniva fatto nessun cenno alla deportazione. Ora, 80 anni dalla liberazione di Auschwitz, vogliamo risarcirlo”.

Progetto europeo e Medaglia del Predidente della Repubblica
Giro di posta fa parte del progetto LeviNeT, finanziato dall’European Research Council e coordinato da Martina Mengoni dell’Università di Ferrara, che per la prima volta pubblica nell’edizione bilingue italiano/inglese in open access un corpus di quasi 500 lettere – scritte da Levi in italiano, francese, inglese e tedesco (a seconda del grado di precisione da raggiungere) – sul sito www.levinet.eu.
La mostra, che cade negli ottant’anni dalla liberazione di Auschwitz avvenuta il 27 gennaio 1945, ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Mattarella, nel 2015, aveva già partecipato all’inaugurazione a Torino della mostra “I mondi di Primo Levi. Una strenua chiarezza”, di cui al Quirinale ospitò una delle undici edizioni.
L’allestimento a due livelli
La difficoltà di fare una mostra, che prevede una fruizione per lo più visiva, di epistole, che invece richiedono al visitatore di leggere, ha portato allo sviluppo di un allestimento a due livelli: una striscia continua, ad altezza di lettura, ospita la narrazione; nella parte alta, la documentazione d’immagini di supporto: fotografie, cartine, contesto.

“Delle mostre rimangono due cose: il catalogo, e poi rimane la memoria visiva della mostra e qui la scommessa è stata far vedere il significato di questa esperienza nello spazio e nel tempo” ha spiegato il progettista Gianfranco Cavaglià.
Un gioco di nastri colorati ad evidenziare i principali tragitti percorsi dalle missive tra Levi e i suoi interlocutori sigilla con leggerezza lo spazio espositivo all’interno della Corte medievale che lo ospita.
L’allestimento prevede inoltre un percorso accessibile per il pubblico con disabilità visiva con mappe e QRcode tattili, che consentono di accedere dal proprio cellulare ai contenuti audio per ciascuna delle cinque sezioni della mostra.
Per il pubblico dei più giovani sono inoltre previste delle postazioni per provare ad usare le macchine per scrivere, di cui spesso non hanno fatto esperienza diretta e che erano lo strumento principale con cui Levi componeva le sue lettere.