Nel giro di due mesi il buon giudizio sul presidente Usa ha lasciato spazio a irriverenze nell’opinione pubblica russa. Con l’avvallo di Mosca che così rafforza ulteriormente il prestigio interno di Putin. Quasi una nemesi per uno come Trump abituato ad affibiare nomignoli e prese in giro – anche pesanti – per delegittimare gli avversari
Da ‘parte ragionevole dell’Occidente’ a ‘fesso eccezionale’ nel giro di due mesi. E’ la parabola che sulle tv russe ha avuto il presidente americano Donald Trump.
Un giudizio completamente cambiato sul tycoon che – a una manciata di settimane dal vertice in Alaska di Ancorage – si è tradotto in sberleffi e barzellette in onda sulle principali emittenti televisive del paese, in particolare Rossiya-1, considerata il megafono della propaganda putiniana.
‘Inimitabile fesso’
“Signor Trump, lei è un fesso”. “Come si permette?”. “Mi scusi. Lei è un fesso, ma un incomparabile, eccezionale, inimitabile fesso”. “Ah beh, allora è un altro paio di maniche. Premiate subito questo ragazzo!” la battuta del giornalista conduttore Vladimir Solovyov.
Ovviamente non potevano mancare ironia anche sul vertice – annunciato e ora congelato – a Budapest. “Si incontrano i due presidenti. Trump dice: “Allora, Vladimir, ti prendi Odessa, Kherson, Zaporizhzhya, tutto il Donbass, metti pure l’Alaska nel conto e finisci questa guerra”. Putin si alza, stringe la mano a Trump, e dice: “D’accordo, ma tu che cosa mi dai in cambio?”.
Mossa del Cremlino
Si va oltre il sentimento antiamericano. C’è il ritratto di un leader presentato come non proprio lucidissimo e in balia di Vladimir Putin.
E c’è anche un’altra lettura. Ne scrive Marco Imarisio sul Corriere della Sera: quella che considera la ridicolizzazione di Trump una mossa ben pianificata del Cremlino per “presentare un eventuale cessate il fuoco come una decisione” esclusivamente del presidente russo, “una concessione che non deriva dalle pressioni di nessuno”.
Contrappasso per Trump
Per ora silenzio da Washington, ma l’irritazione deve essere alta. Basti pensare alle reazioni stizzite della base Maga quando Gavin Newsom, governatore della California, ha cominciato a fare il verso al presidente scimiottandone lo stile social, tra parole maiuscole, aggettivi ed espressioni enfatiche.
E per chi come Trump che ha fatto di offese, nomignoli e irriverenze la sua cifra comunicativa contro nemici politici questo non è un contrappasso da poco. Ripagato con la stessa moneta.