Pubblichiamo il documento ‘Informazione e pubblicità: la carta dei doveri delle giornaliste e giornalisti di Repubblica’ scaturito da un lungo confronto nell’ assemblea della redazione del quotidiano del Gruppo Gedi.
I 10 punti in cui si sviluppa il testo raccontano un clima esasperato per le pressioni che sarebbero alla base dei rapporti con la concessionaria di pubblicità. In un periodo in cui gli investitori in pubblicità hanno pochissimo interesse ad investire per la carta stampata (alle agenzie di pubblicità i clienti non commissionano neppure più le creatività per le inserzioni sui giornali) uno dei mezzi per interessare gli investitori e il cosiddetto branded content, servizi di tipo giornalistico che servono anche per fare comunicazione per le aziende. È una realtà talmente sperimentata che si è pure formata una associazione di comunicatori, Obe, dedicata a queste pratiche creative.
La purezza dell’ informazione indipendente dalla pubblicità chiedono i giornalisti di Repubblica per rispondere ai principi etici del buon giornalismo. La carta non lo dice esplicitamente ma affronta anche il problema dei giornalisti che si mettono disposizione senza che ci siano richieste dalla pubblicità o dall’ azienda.
Informazione e pubblicità: la carta dei doveri delle giornaliste e dei giornalisti di “Repubblica”
Nel proprio lavoro quotidiano le giornaliste e i giornalisti di “Repubblica” si impegnano:
1) A tenere distinta l’informazione dalla pubblicità in tutte le piattaforme: giornale, allegati, sito, social network, podcast, eventi. Esiste un dovere deontologico previsto dal contratto nazionale ed esiste anche un patto di trasparenza con i lettori per cui è severamente vietato mescolare le notizie con la pubblicità, anche quando essa ha la forma di redazionale;
2) A non prestarsi a scrivere e/o firmare nessun articolo o intervista o altro contenuto giornalistico che sia richiesto dalla concessionaria di pubblicità direttamente o per interposta persona;
3) A rifiutarsi di camuffare redazionali sotto forma di articoli, interviste, commenti e qualsiasi altro intervento giornalistico sia su carta sia online sia in eventi pubblici;
4) A vigilare affinché vengano evitati eventuali episodi esposti nei punti 1, 2, e 3, impegno di cui si fa carico il Comitato di redazione nella sua interezza, quindi compresi i fiduciari dei settori;
5) A rifiutare regalie, viaggi gratuiti non legati ad eventi di cui si debba necessariamente scrivere per motivi giornalistici e qualsiasi altra forma di retribuzione occulta da parte di enti privati o pubblici. E, in caso di viaggi legati ad eventi di rilevanza giornalistica non pagati dal giornale, dichiarare chiaramente di chi si è ospiti;
6) A non rispondere a nessuna mail o richiesta che venga dalla concessionaria di pubblicità, a meno che si tratti di rapporti per l’operatività dell’attività editoriale;
7) A non inserire in nessun articolo link diretti a portali per l’acquisto, aziende produttrici, privati fornitori di servizi;
8) A fare in modo che su carta, online, nei podcast, nei video e in qualsiasi altra forma di produzione di contenuti, sia sempre e solo la redazione con i suoi responsabili a stabilire scelta, gerarchia e organizzazione dei contenuti stessi, senza alcuna eccezione;
9) A rispettare il diritto di informazione dei lettori anche quando i soggetti di cui si debba scrivere abbiano deciso di non fare pubblicità sulle pagine di “Repubblica”;
10) A ribadire che i sistemi editoriali sono di uso esclusivo delle giornaliste e dei giornalisti, ai quali spetterà l’eventuale pubblicazione dei contenuti in essi generati.