Fonte Africa ExPress – Continua il lento rilascio degli ostaggi catturati da Hamas nel sanguinoso blitz nei kibutz del Negev del 7 ottobre: l’ultimo escamotage di Hamas per continuare a restituire detenuti arrestati a Gerusalemme e Cisgiordania è di separare mamme e bambini per allungare i tempi, adducendo il fatto che gli ostaggi non sono tutti a Gaza, mentre i bambini dicono che sono stati separati dalle mamme solo pochi giorni prima del rilascio.

Il governo israeliano comunque ha vietato agli ostaggi di rilasciare dichiarazioni alla stampa. Finora non è uscita una parola, mentre su media e social appaiono nomi e cognomi e foto e qualche dichiarazione dei parenti sullo stato di salute dei loro cari.
Rilascio dei prigionieri
Intanto continua il rilascio dei prigionieri palestinesi molti minorenni e donne arrestati e spesso detenuti per anni senza alcun processo. Emergono anche atrocità e violenze dalle parole dei rilasciati: un detenuto è stato ucciso dalle botte per esserci rifiutato di bendarsi durante l’ispezione di vertici nella prigione.
In questa tregua guerreggiata c’è una guerra anche sui media sul perché non c’è stata alcuna prevenzione contro il sanguinoso attacco da parte di Hamas.
Inchiesta al fulmicotone
Ieri 28 novembre il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato un’ennesima inchiesta al fulmicotone andando a scovare una soldatessa membro del servizio di intelligence militare, detto NCO. Titolo: “Ufficiale lanciò allarmi sulle esercitazioni di Hamas di attacchi ai kibutz prima del 7 ottobre”.

La fonte tenuta anonima dal giornale sostiene di aver redatto un rapporto molto dettagliato a luglio e poi ad agosto scorso, in cui spiegava che Hamas aveva ultimato delle esercitazioni mirate ad attacchi ai kibutz del Negev e alle sedi militari israeliane a ridosso del confine con Gaza. Insomma la foto di quello che poi è successo.
Già a luglio la militare scriveva che l’intento di Hamas era uccidere gli abitanti dei kibutz. Come avevano messo in guardia anche le sentinelle di confine, anche l’ufficiale donna riferiva che anche i capi di Hamas erano presenti alle esercitazioni. Uno dei suoi capi supremi rispose: “Mi sembrano fantasie”.
Nessuno ha fatto qualcosa
In un secondo tempo la militare è stata appoggiata da un superiore, diretto suo collaboratore. Ad agosto la donna ha ribadito la validità della documentazione e scritto che l’attacco avrebbe potuto avvenire in qualsiasi momento. Le informazioni sono finite anche allo Shin Bet, l’agenzia di intelligence per gli affari interni dello stato di Israele. Nessuno ha fatto niente. I terroristi il 7 ottobre hanno tirato giù la barriera difensiva tra Gaza e Israele, sono passati anche con gli alianti e via mare e hanno attaccato i kibutz e le postazioni militari: sono morti 1.200 israeliani e 240 persone sono state rapite.

Sul massacro del 7 torna anche Greyzone, la testata online del giornalista americano Max Blumenthal, che in un articolo firmato con Wyatt Reed, riporta di una soldatessa su un carro armato di nuova generazione. Ha dichiarato a una tv israeliana che mentre si trovava nel Kibutz di Holit il comando le ha ordinato di sparare comunque, che si colpissero civili o terroristi di Hamas. Secondo Blumenthal in quell’occasione furono uccisi da fuoco amico 10 israeliani. Qui la traduzione dell’inchiesta di Greyzone:
Dopo la minaccia di chiudere Haaretz con una proposta di legge presentata al governo dal Ministro della comunicazione, il giornale è corso ai ripari attaccando Blumenthal e prendendone le distanze anche perché il giornalista cita anche articoli del quotidiano israeliano in uno dei suoi precedenti https://thegrayzone.com/2023/10/27/israels-military-shelled-burning-tanks-helicopters/.
Titolo di Haaretz: “L’arte dell’inganno: Max Blumenthal mente a proposito del 7 ottobre”. In sostanza Blumenthal non avrebbe sottolineato abbastanza la carneficina fatta da Hamas nei Kibbutz, non li ha definiti terroristi ma “militanti” (per altro fa lo stesso la BBC) o “uomini armati”, ha negato gli stupri, ha preso frasi del giornale frammentarie e ha esagerato il ruolo del fuoco amico attribuendo troppe vittime all’elicottero da combattimento che avrebbe sparato sul rave.
Le conferme di Haaretz
Tuttavia anche il giornale israeliano, nello stesso articolo, scrive che “fino ad adesso ci sono due eventi in cui i civili israeliani sarebbero stati uccisi da fuoco israeliano. Il primo è stato nel kibutz di Be’eri, dove 12 ostaggi erano stati rapiti dai terroristi di Hamas. Nello scontro a fuoco tra le forze militare israeliane e i rapitori, 10 ostaggi sono morti. Secondo le testimonianze dei due israeliani sopravvissuti, almeno alcuni di loro morirono per fuoco amico. Il secondo incidente è quello in cui un elicottero potrebbe aver sparato su chi fuggiva dal rave Nova a Re’im”.

Infatti Blumenthal a proposito dell’elicottero scrive https://thegrayzone.com/2023/11/21/haaretz-grayzone-conspiracy-israeli-festivalgoers/