Jeff Bezos

Il Washington Post non si schiera con Harris. La redazione protesta, Kagan contro Bezos

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Niente endorsement per Washington Post e Los Angeles Times. I due giornali Usa non si schierano con alcuno dei candidati alle elezioni presidenziali. Ma tra i redattori e le firme del Post sale il malcontento contro Jeff Bezos, proprietario della testata, che così proteggerebbe le sue varie attività, in parte dipendenti dalle commesse statali. La scelta di dimettersi da editorialista di Robert Kagan, intervistato da Repubblica….

Il Washington Post ed il Los Angeles Times non fanno l’endorsement ad un certo punto previsto per Kamala Harris e nei due grandi quotidiani Usa sale la protesta della redazione, dei lettori e di alcune delle firme più importanti. Quando la data delle elezioni presidenziali si avvicina rapidissima e mentre i sondaggi pre-elettorali danno in qualche misura sempre più possibilità di vittoria a Donald Trump, ha fatto molto discutere – apparendo strumentale e opportunistica – la scelta degli editori di Los Angeles Times (Patrick Soon-Shiong) e del Washington Post (Jeff Bezos) di non schierarsi.
Per Bezos, in particolare, è arrivata subito la protesta dei redattori.

La sede del Washington Post (foto Ansa)
La sede del Washington Post (foto Ansa)

Sullo sfondo della querelle c’è il recente incontro di Donald Trump con i dirigenti di Blue Horizon, la compagnia di Jeff Bezos che fa attività spaziali e dipende dalle commesse dello Stato. Subito dopo la visita è arrivata la decisione che il giornale non avrebbe appoggiato alcun candidato alla Casa Bianca.

Do ut des

“È un chiaro caso di do ut des, in passato Trump ha attaccato molte volte Bezos, che ora si è piegato”. Intervistato da Repubblica Robert Kagan ha interpretato così quello che era successo, spiegando che quello era pure il motivo per cui si era dimesso da editorialista del giornale. In più occasioni, e nel libro Rebellion,  l’ex spin doctor dell’amministrazione Bush ha dichiarato che considera Trump una minaccia per la democrazia. Il suo successo – secondo l’analista – dipende da una paura sempre più profonda e diffusa negli Usa, e cioè il fatto che per ragioni demografiche e a causa dell’immigrazione i bianchi possano perdere il controllo del Paese. “Trump – secondo Kagan – sfrutta questo panico”.

Kamala Harris e Donald Trump (foto Ansa)