Durante i suoi quasi otto anni di direzione della Gazzetta di Mantova, il più antico quotidiano italiano ancora in edicola, che ha guidato dal 2013 all’inizio del 2021, Paolo Boldrini si è tanto appassionato del tema “antichi giornali italiani” che nelle pieghe dei suoi recenti impegni, ultima la carica di commissario d’esame dell’Ordine dei giornalisti, dopo l’organizzazione della mostra “Un tesoro di giornali” basata su una raccolta privata di antiche testate (Mantova, dicembre 2022- gennaio 2023) si è messo a cercare anche un’ulteriore conferma della loro esistenza in biblioteche e archivi pubblici.

Così se come ricorda Paolo Murialdi nel suo libro ‘Storia del giornalismo italiano’, prima di quella di Mantova, fondata nel 1664, sarebbero nate una Gazzetta di Firenze (1636), una a Genova (1639) e altre testate simili a Roma (1640), Milano e Bologna (1642), Torino (1645), Venezia (1646), Napoli (1661), Boldrini ha già potuto consultare nella Biblioteca universitaria nel capoluogo ligure una raccolta di 312 esemplari del giornale genovese, quattro facciate con articoli in corsivo, di difficile lettura, su una sola colonna, che va appunto dal 29 luglio 1639 fino al 1645. Non ci sono testata, titoli, firme. Gli articoli sono brevi, con molte notizie dall’estero, di grande importanza per un porto come quello genovese. Tutto anonimo, a parte l’indicazione dello stampatore nell’ultima pagina: “In Genova, per Pier Giovanni Calenzano”.

Boldrini ha inoltre sfogliare un giornale di Rimini, Il Rimino, la cui raccolta di maggior spessore si trova alla Biblioteca civica “Gambalunga” e va dal 10 agosto 1660 al 26 dicembre 1662, ma di cui esistono anche copie successive come quella del 2 agosto 1690 custodita a Forlì, più o meno sullo stesso stile ma, caso raro, con una vera testata. “Ho documentato tutto fotograficamente”, dice Boldrini, “e ora continuo a studiare e a cercare altre Gazzette, poi chissà cosa potrà nascere”.