Barachini: con Ott e Ai torna interesse per difendere l’editoria nazionale

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Il “sostegno pubblico all’informazione privata ora visto con interesse anche all’estero”, dice il sottosegretario all’editoria. Che identifica nel deepfake un elemento che rischia di minare il rapporto di fiducia tra informazione e cittadini

I timori per il peso delle Ott e dell’intelligenza artificiale hanno riacceso l’interesse per la difesa dei sistemi editoriali nazionali. A dirlo il sottosegretario all’editoria, Alberto Barachini, al Forum Pa 2025, in corso al Palazzo dei Congressi di Roma.

Protagonista dello spazio dedicato a ‘L’intervista’, Barachini ha messo in evidenza come sia cambiata la prospettiva con cui i paesi europei stanno guardando all’editoria e alla necessità di attivare misure di sostegno.
“All’inizio del nostro mandato, quando parlavamo nei contesti europei, venivamo vissuti un po’ come atipici perché l’Italia è uno dei pochi paesi che ha un sostegno pubblico all’informazione privata. E in Europa questa cosa suscitava a volte anche ilarità”.
“Nel tempo questo percorso sta cambiando e siamo vissuti anche con un certo interesse oggi. Perché? Perché la partita è diventata extraeuropea, è diventata internazionale. Oggi, ha proseguito, giochiamo una partita internazionale con i grandi over the top e con l’intelligenza artificiale che è appannaggio ovviamente, come tutti sanno, a livello di innovazione, di Stati Uniti e Cina soprattutto”.
Da qui un cambio di prospettiva. “Questa preoccupazione, cioè la preoccupazione che il mondo dell’informazione venga dominato da questi contesti internazionali – ha sottolineato Barachini – ha riportato l’attenzione sulla difesa dei sistemi editoriali nazionali: la Francia è molto sensibile, altri Paesi lo erano meno e adesso lo sono di più”.

Disegno di legge sull’AI forse in via libera Camera entro giugno

A proposito di intelligenza artificiale, Brachini – segnala AdnKronos – ha parlato anche del disegno di legge presentato dal governo. “E’ stato un lavoro collettivo del governo, molto importante e dal nostro punto di vista, e ha avuto il supporto di una persona straordinaria che è il padre Paolo Benanti, consigliere della tecnologia per l’innovazione di Papa Francesco, che ha condiviso con noi una relazione che poi è entrata a far parte del disegno di legge”. “E’ già stato votato al Senato e che oggi deve avere il via libera alla Camera, sperabilmente entro giugno”.

Con deepfake a rischio fiducia

“In qualche modo – ha sottolineato Barachini – questo disegno di legge anticipa e devo dire fa anche un passo in avanti rispetto all’AI act europeo perché intanto difende fermamente il copyright – che è la principale preoccupazione del mondo dell’informazione rispetto all’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa – e poi introduce una qualche specie di reato nuova, quella del deepfake”.
“Il deepfake ci interessa molto rispetto al tema di oggi perché è nato, come molti fenomeni tecnologici e digitali, come fattore quasi ludico, quasi di distorsione della realtà, ma non dannosa, in realtà è un fenomeno estremamente pericoloso, estremamente critico, perché va a minare il rapporto di fiducia tra i cittadini e l’informazione. Se si consuma quel rapporto di fiducia tra un cittadino e l’informazione, tra un cittadino e i corpi intermedi – che siano il giornalismo, che siano il corpo sanitario, che siano il corpo amministrativo – si rischia una disillusione del cittadino che poi diventa distratto dalla partecipazione democratica come vediamo anche nel calo delle persone che partecipano alle consultazioni elettorali”.
“È estremamente rischioso. Quindi creare una partecipazione di reato del deepfake vuol dire sensibilizzare il mondo dell’informazione ma anche il mondo dei grandi over the top tecnologici, a proteggere questo rapporto di fiducia”, ha concluso Barachini.

Barachini: ruolo dell’uomo resti centrale

Barachini ha parlato della necessità di avere una comunicazione che tenga conto di tutte queste innovazioni. “Noi abbiamo pensato che la figura del comunicatore pubblico debba essere unita a delle capacità anche tecnologiche e di linguaggio come quelle dei social media manager”, ha spiegato.
“Le norme faticano a stare dietro a quanto accade sulla comunicazione. Basta vedere quello che accade con l’intelligenza artificiale: per quanto cerchiamo di mantenere questo sviluppo dentro un recinto etico fatichiamo, perché quel mondo va molto veloce”.

“Sono un sostenitore dell’innovazione – ha proseguito -, sulla quale ci sono preoccupazioni a volte eccessive. L’innovazione può creare un danno occupazionale, ma quello che è rilevante è che sia centrale il ruolo dell’uomo non solo in un settore delicato come l’informazione, ma in generale. E’ utile che un uomo si confronti con un altro uomo, perché spesso è in quella relazione lì che si risolvono i problemi”, ha concluso.