‘Non voglio mai parlarci’. Il fuori onda sui giornalisti di Meloni diventa un caso

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A Washington Trump affronta la stampa con i leader europei dopo l’incontro con Zelensky. Il fuori onda di Meloni che conferma la sua difficile relazione con i media italiani diventa un caso. Critiche dalle opposizioni, mentre per la Fnsi c’è una mancanza di rispetto per i giornalisti

Differenti modi di gestire i colloqui con la stampa. Al termine del vertice di Washington che ha riunito Donald Trump con Volodymyr Zelensky e diversi leader europei – Giorgia Meloni compresa – alcuni fuori onda hanno messo in evidenza quanto il presidente Usa e la premier italiana abbiano un modo profondamente diverso di affrontare i media.

Da sinistra la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il primo ministro inglese Keir Starmer, il presidente finlandese Alexander Stubb, Volodymyr Zelenskyy, Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il segretario della Nato Mark Rutte (foto LaPresse/AP)

Circondati da flash e telecamere, il presidente finlandese Alexander Stubb e Meloni hanno espresso apprezzamento per il modo in cui Trump ha gestito i giornalisti. “Grazie per essere stato così giusto”, si sente dire da Meloni, riferendosi apertamente ai giornalisti. E alla richiesta di Stubb a Trump se affrontasse i media tutti i giorni – richiesta alla quale Trump ha risposto con un “sempre” – la premier italiana ha commentato “ma a lui piace”. Aggiungendo un sincero e poco equivocabile: “non voglio mai parlare con la mia stampa!”.

Una relazione non idilliaca confermata anche in un altro momento. Alla domanda di Trump ai leader al tavolo se volessero rispondere a qualche domanda dai giornalisti Meloni ha risposto: “penso sia meglio di no, siamo troppi e andremmo troppo lunghi”.

Le reazioni

Come facilmente immaginabile, le parole della premier non sono passate inosservate. A cominciare dalla Fnsi. “Che la presidente del Consiglio non ami i giornalisti e le domande della stampa è cosa nota”, ha commentato in una nota Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione della Stampa.
“Negli anni ha sostituito le conferenze stampa (tranne quella di fine anno) con lunghi monologhi online, senza contraddittorio, senza domande”, ha rilevato.
“Propaganda, non informazione. Una situazione di mancanza di rispetto nei confronti della stampa che ha avuto la sua conferma nel vertice con il presidente Trump”, ha concluso.

Anche la politica si è espressa. “Mentre Trump mercifica la pace Giorgia Meloni si sottrae al ruolo che i giornalisti hanno in una democrazia: quello di fare domande e chiedere conto delle scelte del governo”, la denuncia del co-portavoce di Avs, Angelo Bonelli. Che ha poi rimarcato: “come sua consuetudine, Meloni preferisce parlare da sola nei suoi video, come un’autocrate refrattaria al confronto con la stampa, che ha un ruolo fondamentale in ogni democrazia”.
“In un indegno fuori onda ha confermato il suo totale disprezzo per la stampa e la libertà di informazione”, ha attaccato da +Europa Riccardo Magi. “Abbiamo ben capito che Meloni vorrebbe giornalisti compiacenti e stampa adulante”.

“Il fuorionda con Trump è chiarissimo”, ha rilevato la senatrice di Iv, Silvia Fregolent. “Meloni non regge il confronto con le domande, cioè con la democrazia. Un premier che scappa dai giornalisti scappa anche dai cittadini. Altro che patriota coraggiosa: Meloni si sente al sicuro solo nei monologhi registrati e nelle dirette social”.

Commento anche dall’esponente M5S, Barbara Floridia, presidente della Commissione di Vigilanza Rai. “La presidente Meloni si vanta con Donald Trump di non amare le domande dei giornalisti italiani, confermando una peculiare e grave avversità che mal si sposa con il ruolo di capo di governo – ovvero l’insofferenza per il confronto con la stampa, uno dei tratti distintivi di ogni democrazia”, ha detto. “Il fastidio verso la dialettica – tipico dei leader non democratici e illiberali – fa invece il paio con una comunicazione di mero stampo propagandistico a senso unico. Lo sapevamo già, ma questa conferma esplicita, avvenuta in un contesto così importante, è molto grave ed espone il nostro paese all’ennesima figuraccia internazionale firmata Giorgia Meloni”, ha concluso.