Ai, Giorgetti: serve presidio pubblico per le nuove tecnologie

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Sull’intelligenza artificiale, dice il ministro Mef, “stare farmi vuol dire stare indietro”. E sul futuro di Poste: “dobbiamo mantenere controllo”

Nell’Intelligenza artificiale si rischia che “ogni Paese si muova in ordine sparso”, ma “stare farmi vuol dire stare indietro”. Ne è convinto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo a un convegno sull’Intelligenza artificiale in Borsa a Milano organizzato dalla Fondazione Bruno Kessler.
“E’ una lezione ancora più vera per l’Italia, visto il suo tessuto produttivo: da ministro dell’Economia posso ribadire che l’utilizzo oculato delle risorse è fondamentale. Tenere i conti pubblici in ordine consente di pensare a investimenti e sviluppo”, aggiunge Giorgetti.

Presidio pubblico per le nuove tecnologie

Secondo il ministro, molte delle nuove tecnologie “hanno una rilevanza geopolitica che richiede anche un presidio pubblico, pronto ad adattarsi ai cambiamenti”.
“Oggi la competizione mondiale si gioca a partire dall’intelligenza artificiale”, la cui accelerazione “può aprire scenari sorprendenti”, ha aggiunto.

Giorgetti: in Poste lo Stato non può scendere sotto 35%

A margine del convegno, Giorgetti ha parlato anche del futuro di Poste Italiane, a proposito della possibile vendita di quote da parte dello Stato.
“Dobbiamo mantenere il controllo, non possiamo scendere sotto il 35%”, ha spiegato riferendosi alla società, quotata in Borsa, che vede nell’azionariato il Mef al 29,26% e Cdp con il 35%.