John Elkann (foto LaPresse)John Elkann (foto LaPresse)

Un’Europa senza industria automobilistica?

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Il testo dell’intervento di John Elkann in audizione sull’evoluzione del settore automotive in Europa ed in Italia alle commissioni riunite Attività produttive, di Camera e Senato

Quali sono i rischi che corre uno dei più importanti settori industriali, anche per il mondo della comunicazione. John Elkann, presidente di Stellantis, lo ha raccontato ai politici italiani. Per chi avesse perso la trasmissione video della sua audizione, pubblichiamo il testo integrale.

JE-Speech_Audizione-19-marzo-2025

Parlare di auto in Europa non è una questione marginale: un settore direttamente al centro del cuore industriale del Vecchio Continente, con l’Italia che e’ tra i paesi di punta dell’industria europea, dopo la Germania. Il settore Automotive vale il 7% del Pil Ue, a spanne mille miliardi. E siccome dietro l’economia ci sono le persone, va anche detto che vale quasi 15 milioni di posti di lavoro all’interno dell’Unione: 3,5 milioni nelle fabbriche di auto, 4,5 milioni nel settore commerciale e della manutenzione; altri 4,5 milioni che lavorano per movimentare tutta la logistica relativa alla produzione e alla vendita di automobili. Se non basta, allora vale la pena di ricordare che le industrie europee dell’auto sborsano un terzo del totale degli investimenti privati in ricerca e sviluppo. E che nel campo della comunicazione, gli investimenti pubblicitari del settore auto valgono oltre i 30 miliardi di dollari, quanto lo stesso mercato statunitense. Un’Europa senz’auto sarebbe un’Europa che si avvia a dire addio all’intero sistema industriale. E non solo.

Il presidente di Stellantis, John Elkann, viene ascoltato dalle commissioni riunite Attività produttive, di Camera e Senato, Roma, 19 marzo 2025 – foto Ansa

Ma l’Europa può ancora produrre auto? La risposta è che ad essere in crisi non è l’Europa dell’auto ma l’economia mondiale e con essa l’auto. Le vendite di auto nel 2024 sono rimaste stazionarie in Europa, in lieve crescita negli Usa, in forte calo in Corea del Sud e Giappone. E sono cresciute del 30% in Cina. E dove sono state prodotte le auto vendute? I numeri sono impietosi: – 6% in Europa, – 4% in Nord America, – 8% in Giappone, meno 2% in Corea del Sud. Crescono solo Cina e Sud America. Questi numeri vogliono dire che tutti i marchi occidentali dagli Usa la Giappone, passando per Europa e Corea, hanno gli stessi problemi. Che sono problemi di costi e di competitività.

Per questo la relazione di John Elkann, presidente del Gruppo Stellantis, quarto produttore mondiale di auto e a cui fa capo la quasi totalità delle strutture produttive del settore in Italia, all’Audizione sull’Evoluzione del settore automotive in Europa e in Italia, organizzata dalla 10a Commissione (attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei deputati e dalla 9a Commissione (industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentari) del Senato della Repubblica, ha avuto un’importanza che va oltre quelli che sono i rapporti tra il più grande gruppo industriale italiano e la politica, piuttosto tormentati.

E’ un piano che, oltre a prendere impegni sulla base delle strategie industriali del gruppo elencate, richiede risposte politiche ben precise dalle istituzioni. Europee e italiane. Alle prime di raggiungere gli obiettivi del green deal con più flessibilità e neutralità tecnologica. All’Italia affrontando il problema di “extra-costo” dell’energia che le imprese italiane devono sostenere rispetto ai concorrenti europei, stimato da Confindustria in alcuni periodi fino al 30-40% in più rispetto alla media UE, con pesanti conseguenze sulla competitività internazionale.​​​​​​​​​​​​​​​​ Se imprese e consumatori spagnoli pagano l’energia un quinto degli italiani, non saranno soltanto l’industria dell’auto e le gigafactory delle batterie ad abbandonare l’Italia, ma anche un bel pezzo di manifattura.

La maggioranza dei quotidiani italiani, a parte le testate economiche e finanziarie e Il Corriere della Sera, ha raccontato la presentazione di Elkann dando pochissimo spazio agli aspetti tecnici della relazione, puntando la maggioranza sulle dichiarazioni della centralità dell’Italia nelle strategie di Stellantis, mentre gli antipatizzanti per partito preso, come Il Fatto, La Verità, Domani (di proprietà di Carlo De Benedetti) e i giornali del gruppo Angelucci, schierati con la Lega, hanno commentato scrivendo di “balle”, di “autoincensamento”, di “prese in giro” da parte di Elkann.

Ci siamo procurati la relazione del presidente di Stellantis per leggerla, dopo aver seguito l’audizione in diretta. E abbiamo deciso di pubblicarla qui di seguito, pensando che sia una cosa utile per chi vuole farsi un’idea di cosa c’è in ballo per l’industria dell’automotive in Italia e in Europa. Abbiamo evidenziato le parti piu’ rilevanti per rendere più veloce la lettura.

John Elkann: foto LaPresse e Ansa