Trump vuole rinominare il Pentagono “Dipartimento della Guerra”: “Vogliamo anche essere offensivi”

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Nella giornata di ieri Trump ha usato in una serie di eventi pubblici alla Casa Bianca lunedì, incluso un incontro con il presidente sudcoreano Lee Jae Myung, il nome “Dipartimento della Guerra” al posto di “dipartimento della Difesa”.

“Vogliamo essere difensivi, ma vogliamo anche essere offensivi, se necessario”, ha dichiarato il presidente ai giornalisti durante un evento nel pomeriggio nello Studio Ovale, sostenendo che il nome attuale, in uso dagli anni ’40, sia “troppo difensivo”.

Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno avuto una “storia incredibile di vittorie” sotto il vecchio nome del dipartimento, facendo riferimento alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale.

Tempistiche rapide, ma dubbi procedurali

In un primo momento il presidente ha detto che la nuova denominazione potrebbe entrare in uso già la settimana prossima, per poi affermare che avrebbe lasciato la decisione al Segretario alla Difesa Pete Hegseth:
“Lo useremo ancora un paio di volte. E se a tutti piacerà, faremo quel cambiamento.”

Ai giornalisti che gli chiedevano se fosse necessaria l’approvazione del Congresso, – che nel 1947, sotto la presidenza Truman aveva riunito le forze armate di esercito e marina in un unico “Dipartimento della Difesa Nazionale” – Trump ha risposto: “Lo faremo e basta. Sono sicuro che il Congresso sarà d’accordo, se dovesse servire. Ma non credo serva nemmeno”.

La proposta non giunge del tutto inaspettata, dal momento che lo scorso giugno Trump in un post su Truth Social ha scritto “il mio Segretario della Guerra” riferendosi a Hegseth, e in una conferenza stampa aveva attribuito l’abbandono della vecchia dicitura al fatto che “siamo diventati politicamente corretti”.

Un vero cambio di strategia

Secondo alcuni analisti, l’operazione potrebbe essere letta come un messaggio politico in vista delle elezioni del 2026, con l’intento di proiettare un’immagine di forza e determinazione militare.

Ma il ricorso alle forze armate da parte del governo sembra in crescita.

Dopo il recente dispiegamento di militari a Los Angeles per le proteste contro i raid contro gli immigrati, dai più considerato eccessivo, è stata la volta di Washington, dove sono presenti circa 2000 militari.

Il provvedimento si inserisce nella campagna del presidente per rafforzare la sicurezza nella capitale, dove inora i soldati hanno svolto funzioni non operative, come la sorveglianza di luoghi pubblici.

A partire da domenica sera, però, circa 50 membri della Guardia Nazionale sono stati autorizzati a portare armi a Washington D.C., su ordine del Segretario alla Difesa Pete Hegseth. La misura rappresenta un cambio rispetto alle direttive precedenti, che prevedevano un dispiegamento non armato, dal momento che, secondo i dati locali, i reati violenti sono in calo dal 2023.

Foto (Ansa): Trump con Lee Jae Myung