Israele mappa le proteste pro-Palestina: nel mirino anche lo sciopero generale in Italia

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Sul sito del governo israeliano c’è un dossier costantemente aggiornato con la schedatura delle manifestazioni a sostegno di Gaza e dei loro organizzatori.

Il sito del Ministero per gli Affari della Diaspora e la lotta all’Antisemitismo israeliano, ha pubblicato in collaborazione con il J-Soc National Center for Combating Antisemitism, un dossier che ha suscitato allarme e critiche.

Lo ha riportato Davide Traglia di VDNews.

Il documento, apparso il 21 settembre 2025 sul sito ufficiale del ministero, – attivo nel coordinare la politica estera e i rapporti con le comunità ebraiche all’estero e nel gestire iniziative contro l’antisemitismo – fornisce una dettagliata schedatura delle manifestazioni internazionali a sostegno della Palestina, incluse quelle italiane organizzate in occasione dello sciopero generale del 22 settembre, promosso dall’Unione Sindacale di Base (USB).

La “schedatura” con orari, indirizzi, grado di pericolosità

Dall’home page del sito sopracitato, all’interno della sezione MDA in Action, si clicca su ‘The National War Room for Combacting Antisemitism Online’, da cui si possono scaricare le schede relative alle manifestazioni organizzate in diversi paesi.

I documenti disponibili sono molto dettagliati e riportano: orari dei cortei, coordinate geografiche dei raduni, livelli di “rischio” attribuiti a ciascun evento e dettagli sulle pagine social coinvolte nella promozione delle iniziative.

Nel caso dell’Italia, il documento cita esplicitamente città come Milano, Roma, Napoli e Venezia tra quelle considerate “a rischio più elevato”.

Il criterio di valutazione resta da chiarire, ma il pericolo potrebbe essere legato alla presenza di rappresentanze o interessi dello Stato ebraico all’estero, cosa che suggerisce un utilizzo interno del dossier da parte di ambasciate e servizi di sicurezza.

Le realtà italiane finite nel mirino

Nel report israeliano compaiono diverse realtà sociali e politiche italiane, accusate implicitamente di promuovere manifestazioni potenzialmente ostili. Tra queste, il Coordinamento dei Collettivi Autorganizzati Universitari (C.A.U.), il Collettivo Fabbrica GKN, il gruppo Gazafreestyle e i Giovani Palestinesi Italiani.

«Questo dossier è inquietante», ha dichiarato Gian Maria Comparone del C.A.U. Napoli, contattato da VDNews.

«Dimostra ancora una volta che c’è un’agenzia, una parte del governo israeliano, che decide di spiare e schedare attività al di fuori del proprio confine, su territori che non sono di sua competenza e sovranità».

Una sorveglianza globale delle proteste

L’analisi non si limita all’Italia. Il sito del ministero israeliano contiene documenti simili relativi a manifestazioni nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Canada, Germania, ecc.

Un report pubblicato il 25 settembre, ad esempio, segnala proteste previste in serata nel Regno Unito, con un livello di allerta definito “alto” dopo le tensioni legate alla “Global Sumud Flotilla”, una rete umanitaria accusata dal dossier di essere una “copertura” per Hamas.

Non mancano i riferimenti al movimento BDS (Boycott, Divestment and Sanctions) e ad altri attori internazionali -come ong e le organizzazioni B’Tselem e HaMoked, che denunciano le politiche israeliane – ritenuti “ostili”.

Il linguaggio adottato varia dal tecnico al dichiaratamente politico, con bollettini settimanali che schedano eventi e attivisti in base alla loro vicinanza alla causa palestinese.

Nessuna reazione ufficiale dalle autorità italiane

Al momento, né il governo italiano né le autorità di pubblica sicurezza hanno rilasciato commenti ufficiali sulla pubblicazione del dossier israeliano.

Il caso solleva interrogativi sulla legittimità e sulla trasparenza di un’attività di intelligence che, sebbene effettuata in forma pubblica, si concentra su territori e cittadini di altri Stati sovrani.

Foto (Ansa). Torino, Piazza Castello, 22 settembre 2025