La Rocca, vaticanista di lungo corso, in questo libro racconta per filo e per segno la storia dell’avventurosa trasferta a New York, sessant’anni fa, del capolavoro di Michelangelo. Un viaggio che suscitò consensi ma anche critiche. Tanto che al suo rientro Paolo VI firmò un decreto… Ai lettori di Primaonline Orazio La Rocca svela alcuni retroscena
“E’ senza dubbio il più seguito e il più criticato viaggio di un’opera d’arte. E’ il trasporto negli Usa della Pietà di Michelangelo, capolavoro devotamente ammirato nella basilica di San Pietro dal 1499, che 465 anni dopo, il 4 Aprile 1964, tra polemiche a non finire viene portato alla Expo di New York da star indiscussa, visitato da oltre 27 milioni di persone. Record finora imbattuto.
In occasione del 60esimo anniversario del viaggio, per la prima volta lo racconto nel mio libro ‘In viaggio con la Pietà’ edito dalla San Paolo, con la presentazione del cardinale Mauro Gambetti, ingegnere meccanico, presidente della Fabbrica di San Pietro ed arciprete della basilica di San Pietro, custode della stessa Pietà; la prefazione di Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, e l’architetto Massimiliano Fuksas, autore della postfazione, tutti uniti nel dire che fu una “vicenda unica ed irripetibile”, sorta di “commedia” dell’arte con Michelangelo, 2 Papi, Giovanni XXIII e Paolo VI, il cardinale di New York Francis Joseph Spellman, tecnici vaticani e Usa in perenne disaccordo per le differenti idee sulla tutela della scultura; e John Kennedy, primo presidente cattolico Usa, il principale, benchè riservato, sponsor dell’operazione. Fatale, quindi, che quel viaggio continui a suscitare interrogativi.

Rischi o non rischi, la Pietà a furor di popolo fu la regina dell’Expo, grazie al placet di Giovanni XXIII, forzatamente confermato dal successore Paolo VI.
L’uscita dell’opera dal Vaticano il 4 aprile poco dopo le ore 13 incastonata in una doppia cassa poggiata su un camion alla volta di Napoli, sotto una pioggia battente fino all’arrivo al porto dopo un viaggio di 12 ore alla velocità di 25-30 chilometri orari. Dopo circa 8 giorni di navigazione l’arrivo a New York, rimanendovi fino all’ottobre del ’65.
Un libro che, accanto alla cronaca, riporta a galla le voci favorevoli e contrarie all’impresa, a partire dal cardinale Spellman, incurante – per ignoranza? vanagloria? per non contraddire il presidente Kennedy? – dei pericoli a cui il gruppo marmoreo sarebbe andato incontro.
Alla fine la Pietà rientra in Vaticano sana e salva senza nemmeno un graffio. Il primo a compiacersene fu Paolo VI il quale, però, significativamente aveva firmato nell’estate del ’65 un decreto vietando in futuro altri analoghi prestiti di opere d’arte di proprietà del Vaticano”. (Orazio La Rocca)