Per la Corte di Giustizia inglese il ricorso del fondatore di Wikileaks è fondato. Riconosciute come inadeguate le “rassicurazioni” americane
Julian Assange potrà ricorrere in appello contro l’estradizione negli Usa. La decisione arriva dalla Corte di Londra che ha riconosciuto come non infondate le argomentazioni della difesa del fondatore di WikiLeaks sul timore di un processo non giusto oltre oceano.
“Rassicurazioni” Usa non adeguate
Il verdetto dei giudici d’appello Victoria Sharp e Jeremy Johnson non entra nel merito del ricorso, che sarà dibattuto più avanti, ma riapre la partita dell’estradizione.
Già a marzo si era aperto un primo spiraglio con il rovesciamento del no secco opposto in primo grado dalla giustizia britannica all’istanza di ricorso della difesa del giornalist che, se processato per i 18 capi d’imputazione attribuitigli, rischia una condanna fino a 175 anni di detenzione.
Sharp e Johnson non hanno ritenuto evidentemente adeguate le presunte “rassicurazioni” messe sul piatto dagli avvocati del Dipartimento di Giustizia di Washington sui due punti sollevati dai difensori rispetto alla garanzia di un giusto processo negli Usa: il rischio di una condanna a morte – prevista se non altro sulla carta per il reato contestato ad Assange di violazione dell’Espionage Act del 1917, mai contestato in oltre un secolo a un giornalista – e il timore di non poter invocare il Primo Emendamento della Costituzione americana in materia di libertà d’espressione e d’informazione.
Sul primo punto i legali di Washington hanno garantito, almeno verbalmente, che la pena capitale non sarebbe stata chiesta. Sul secondo punto si sono limitati a riconoscere ad Assange un vago diritto di fare istanza per ottenere la protezione del Primo Emendamento, pur in veste di cittadino australiano, rinviandone tuttavia la concessione concreta o meno alla futura pronuncia di “una Corte” d’oltre oceano.
Cosa succede ora
Il cofondatore di WikiLeaks avrà ora “alcuni mesi” per preparare un nuovo “processo d’appello” con tutti i crismi, precisa la Bbc, ripresa da Ansa.
Ma, almeno per il momento, resta in custodia cautelare nel carcere di massima sicurezza londinese di Belmarsh.