Giancarlo Giorgetti (foto Ansa)

Rai, la Manovra conferma il taglio del canone

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“Resta la riduzione fatta l’anno scorso”, dice il ministro Giorgetti illustrando il disegno di legge di bilancio ai giornalisti.
Nel 2024 il contributo si era abbassato da 90 a 70 euro.

Nella manovra di Bilancio per il 2025 resta il taglio al canone Rai. A confermarlo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa, all’indomani del varo del disegno di legge di bilancio, approvato il 15 ottobre dal Consiglio dei ministri.

Nel 2024, ricordiamo, il canone Rai è stato tagliato da 90 a 70 euro. “Rquello dell’anno scorso, è confermata la cosa che abbiamo fatto l’anno scorso”, ha spiegato Giorgetti.

La manovra

Nel testo approvato dal Cdm, nel dettaglio, riporta una nota Mef, sono previsti interventi con effetti pari, in termini lordi, a circa 30 miliardi nel 2025, più 35 miliardi nel 2026 e oltre 40 miliardi nel 2027.
La principale novità è un bonus per i ‘nuovi nati’ da 1.000 euro, inserita tra taglio del cuneo, accorpamento delle aliquote Irpef, pensioni e carta Dedicata a te. Arrivano poi fringe benefit per neoassunti che si allontano più di 100 chilometri dalla residenza originale per favorire l’occupazione.
Dalla proroga del bonus ristrutturazioni sulla prima casa alle pensioni passando per le misure a sostegno di famiglie e imprese e da una severa spending review. Ecco una sintesi, rielaborata da Ansa, con le misure:

  • MILLE EURO PER I NEONATI – Viene introdotta una “Carta per i nuovi nati” che riconosce 1000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato. Si rafforza anche il bonus asili e l’assegno unico esce fuori dal calcolo dell’Isee
  • TAGLI DEL 5% PER I MINISTERI, SALVI I COMUNI – Per poter portare in dote alla manovra risorse fresche i ministeri dovranno tagliare le spese del 5%. Dovrebbero ‘salvarsi’, invece dalla dieta dimagrante gli enti locali e i Comuni.
  • SALVA LA SANITA’ – Non sarà, in ogni caso, tagliata la spesa sanitaria. Il ministro Schillaci si è detto fiducioso che rispetto ai 5 miliardi stanziati nella scorsa legge di bilancio potrebbe esserci un aumento fino a 3 miliardi.
  • CONTRIBUTO DELLE BANCHE E ASSICURAZIONI – Non solo banche ma anche assicurazioni: circa 3,5 miliardi di fondi freschi dovrebbero arrivare da un contributo da parte degli istituti bancari più grandi. Sul tappeto ci sarebbe un anticipo sulle Dta (le imposte differite attive) per tre miliardi. Sembra escluso, invece, un aumento dell’Ires e dell’Irap.
  • CUNEO FISCALE E SCAGLIONI IRPEF – La conferma del taglio del cuneo fiscale e dei tre scaglioni dell’Irpef valgono da sole oltre la metà della manovra, intorno ai 14 miliardi. Per quanto riguarda il taglio del cuneo dovrebbero essere superati alcuni difetti con una doppia azione. Dal prossimo anno potrebbe, infatti, rimanere contributivo per i redditi fino a 20mila euro, per poi trasformarsi in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35mila euro. A quel punto partirebbe un decalage, piuttosto rapido, fino a 40mila euro. Se i fondi in arrivo dal concordato preventivo e dal ravvedimento collegato saranno sufficienti, il governo potrebbe poi ridurre l’aliquota intermedia, fino a 50mila euro di reddito, dal 35 al 33%.
  • DETRAZIONI FISCALI, ARRIVA IL ‘QUOZIENTE FAMILIARE’ – Le detrazioni saranno parametrate al numero dei componenti di una famiglia. L’ipotesi sarebbe quella dell’introduzione di un importo massimo che si potrà detrarre, che dovrebbe essere a sua volta modulato in base al nucleo familiare. Introducendo di fatto, viene spiegato, un primo assaggio di “quoziente familiare”. Tra le ipotesi anche quella di rivedere al ribasso la soglia di reddito oltre il quale scatta il decalage degli sconti fiscali al 19% (oggi parte da 120mila euro) ma ancora si starebbe lavorando sull’intero pacchetto. Tra le misure che vengono date per scontate l’estensione alle autonome della decontribuzione per le mamme lavoratrici con due o tre figli.
  • INCENTIVI PER LAVORO DI GIOVANI E DONNE – Nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi all’occupazione di giovani e donne, anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Confermati inoltre la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie, la transizione digitale ed ecologica. Si confermano i fringe benefits, con importi maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. Si conferma, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività ai lavoratori.
  • FRINGE BENEFIT – Si punta ad una conferma, ma con qualche ritocco, anche per la misura sui sostegni aziendali. L’ultima legge di bilancio ha portato la soglia di esenzione dei fringe benefit a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri (aprendo alla possibilità di usarli anche per pagare l’affitto o il mutuo prima casa).
  • BONUS RISTRUTTURAZIONI – Si va verso la proroga nel 2025 del bonus ristrutturazioni al 50% sulla prima casa evitando così che da gennaio l’agevolazione fiscale scenda al 36% da gennaio.
  • PENSIONI – Nulla da fare per riforme strutturali su questo fronte ma si lavora, comunque, per confermare la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione. E a un aumento delle pensioni minime. Tra le ipotesi circolate c’è anche quella di un perfezionamento del cosiddetto bonus Maroni, con incentivi a chi sceglie di rimanere al lavoro anche avendo i requisiti per il pensionamento. Non esclusa anche una spinta alla previdenza complementare con l’introduzione di un semestre di silenzio assenso.
  • CONTRATTI DELLA P.A. – Come ha confermato il ministro Giancarlo Giorgetti la manovra stanzierà anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27.